Il taglio dei parlamentari e lo sfregio alla politica

Da diverso tempo quando osservo immagini delle aule parlamentari, a volte piene, più spesso quasi vuote, mi viene spontaneo chiedermi se deputati e senatori non siano troppi, considerato anche la loro scarsa produttività qualitativa e quantitativa. Bisogna però anche considerare che in parlamento si gioca la nostra democrazia e la rappresentanza dei cittadini. Resta comunque il fatto che quasi un migliaio di parlamentari siano un po’ eccessivi e si possa tranquillamente ipotizzare una diminuzione del loro numero.

Non mi sembra tuttavia una questione di vita o di morte, né il problema principale, tale da costituire il punto discriminante e pregiudiziale per un’alleanza e un programma di governo. Reputo quindi demagogico e tattico l’aver posto il taglio dei parlamentari quale condizione essenziale per fare un’alleanza tra M5S e PD. La leggo come una sorta di trincea grillina dentro la quale difendere un’immagine populistica, che purtroppo non riguarda solo la Lega, ma anche i pentastellati.

Il populismo buttato fuori dalla porta salviniana rientra purtroppo dalla finestra grillina: l’antipolitica è un oggettivo e pesante ostacolo al fare un accordo politico. È questo l’ostacolo fondamentale difficilmente superabile per il PD al di là delle proprie incertezze, divisioni e debolezze e al di là delle difficoltà nell’affrontare le complesse problematiche di vario genere e diverso livello.

Se il populismo è il discrimine ideologico tra queste due forze politiche, la mancanza di rispetto reciproco è la carenza metodologica. Come possono due forze politiche che non si rispettano ipotizzare un’alleanza strategica che le impegni per diversi anni? Non c’è il presupposto: o hanno scherzato per anni o non se ne può nemmeno parlare. E non è che volassero piccole critiche, volavano insulti sul piano morale e umano prima che politico. Si consideravano fino all’altro ieri nemici giurati. E ora? In politica tutto è possibile? Ma chi l’ha detto?  Questo è il modo per allontanare la politica dai cittadini! Come si fa a valutare come solida, stabile e credibile una maggioranza politica del genere. Non riesco, anche con le migliori intenzioni, a prendere sul serio un accordo tra movimento cinque stelle e partito democratico e non riesco a vedere i personaggi politici che possano stringerlo e gestirlo con carisma ed autorevolezza.

Non mi convincono le motivazioni di carattere istituzionale (evitare le elezioni anticipate), di carattere emergenziale (i problemi urgono e occorre prenderli di petto), di carattere sociale (manca il lavoro), economico (siamo in quasi recessione), finanziario (dobbiamo varare una impegnativa manovra), di tipo internazionale (l’Europa non può attendere e il mondo ci interpella), di tipo umanitario (l’immigrazione va gestita seriamente). Più approfondisco queste motivazioni e meno trovo un collante per la suddetta alleanza politica e programmatica.

Mi dispiace ricorrere alla soluzione elettorale, ma purtroppo a estremi mali estremi rimedi, anche se i rimedi sono tutti da dimostrare e verificare. Dalle urne infatti potrebbe uscire una situazione analoga a quella attuale e persino peggiore dal punto di vista degli equilibri politici. Non mi basta tuttavia sconfiggere chi vuole a tutti i costi andare alle elezioni per sfruttare l’onda dei consensi, peraltro tutta da verificare nelle urne reali, ci vuole qualcosa in più e sinceramente non lo vedo. Scrivo queste riflessioni con grande sofferenza e spero vivamente di sbagliarmi!