L’oca giuliva del Campidoglio

Il problema della raccolta, del riciclaggio e dello smaltimento dei rifiuti è un grosso problema, rientrante peraltro nel più ampio contesto dell’inquinamento ambientale.  Siamo sommersi da una montagna di rifiuti, respiriamo un’aria avvelenata, guazziamo nell’acqua contaminata, la vegetazione è disastrata, ma non ci interessa se non per partecipare a qualche camminata ecologica, per fare un po’ di poesia ambientale, per protestare contro la realizzazione di certe infrastrutture.

Per decenni abbiamo privilegiato lo sviluppo economico anche a costo di rovinare l’ambiente ed ora ci ritroviamo con l’ambiente rovinato e il benessere economico precarizzato: becchi e bastonati. Forse si tratta della miopia storica più clamorosa, che si interseca con quella della separazione fra poveri e ricchi: abbiamo fatto finta di non vedere i poveri del mondo e della stanza accanto e ora essi ci presentano il conto salatissimo dello scontro sociale e dell’immigrazione.

Abbiamo messo tutto sotto il tappeto e ora ci accorgiamo di esserne condizionati: gli immigrati li vorremmo rispedire al mittente, mentre il “rudo” invade le strade della nostra capitale e non sappiamo dove metterlo. A Roma la situazione vive un’emergenza continua e non si vede uno spiraglio risolutivo: siamo all’ultima scena delle minacce reciproche fra istituzioni interessate, agli ultimatum, ai tavoli di monitoraggio, ai rimpalli di responsabilità, ai balletti macabri sulle montagne di rifiuti.

Certamente di questa situazione non sarà responsabile solo l’amministrazione comunale Raggi, ma altrettanto sicuramente la giunta Raggi non è riuscita ad affrontare minimamente il problema, che si ripresenta regolarmente. Capisco come nessuno abbia in dotazione la bacchetta magica, ma di qui alla più totale inerzia accompagnata dal viavai dei dirigenti preposti al settore passa molta ed inspiegabile strada. Presumo esista anche una complicazione nella mancanza di senso civico dei lavoratori del comparto e della popolazione romana. Non so se i romani si meritino la classe dirigente che li trascura o se gli amministratori incapaci e menefreghisti inducano i cittadini al disimpegno.

È possibile che nei due anni dalla sua plebiscitaria elezione la sindaca Raggi non sia riuscita non dico a risolvere, ma a migliorare appena la situazione dei rifiuti romani?  Abbia il buongusto di spiegare per filo e per segno la questione, presenti un suo progetto al riguardo, dica a che punto è la città e, se del caso, si dimetta. La sua inadeguatezza traspare dai pori della pelle, sembra capitata per caso in Campidoglio, capace solo di interpretare il ruolo di “oca”, con la differenza storica che le sue colleghe di un tempo seppero almeno starnazzare rumorosamente, avvertendo i romani assediati del pericolo costituito dai Galli che stavano per entrare in Campidoglio, mentre la Raggi non ha nemmeno la forza di avvertire i suoi concittadini dei pericoli incombenti ed ancor meno di farsene carico.