Le follie hanno le gambe corte

È molto grave ed inquietante la vicenda degli affidi forzati e pilotati di minori: siamo in via di accertamento giudiziario, la verità non è chiara, le responsabilità verranno stabilite. Se ho ben capito, esisteva un vero e proprio “sistemino” socio-psicologico per togliere bambini dal loro problematico contesto familiare, esasperato ad arte, per collocarli in strutture sociali, favorite economicamente da questi inserimenti.

Non ho approfondito la materia perché ho avuto immediatamente una crisi di rigetto: se le cose sono andate come sembra, siamo alla pura follia affaristico-sociale che si scarica sui minori e le loro famiglie. Si coglieva l’occasione dell’esistenza di contesti familiari difficili per intervenire col bisturi sociologico e, anziché seguire e curare le situazioni, si tagliava chirurgicamente di netto senza alcun riguardo, ma addirittura con intenti economici speculativi.

Non si può nascondere che si apra una disgustosa falla nel sistema socio-assistenziale dell’Emilia- Romagna, da tempo considerato un fiore all’occhiello di questa regione e della politica, che l’ha virtuosamente caratterizzata a livello pubblico e nei rapporti fra pubblico e privato-sociale. Sono partite immediatamente le strumentalizzazioni: ecco gli scheletri nell’armadio del Pd, che, avendo qualche suo esponente implicato, tace, mentre vede scricchiolare, assieme al suo consenso, il castello perbenista delle sue impostazioni politiche in campo sociale.

Al momento non è dato sapere se sia una questione di mele marce o di un sistema, seppure parzialmente o marginalmente, marcio. È assolutamente necessario fare chiarezza. Se ci sono state anche distrazioni, deviazioni o addirittura complicità politiche a livello di pubblici amministratori, occorrerà fare un’accurata e spietata pulizia. Il rischio, come spesso accade in queste vicende, è di buttare il bambino assieme all’acqua sporca: nel caso specifico screditare rovinosamente tutto il sistema socio-assistenziale per il gusto sadico di approfittarne politicamente.

Non voglio però criminalizzare le critiche politiche a prescindere dalla gravità dei casi oggetto di tali critiche, non accetto il solito vittimismo di chi si sente toccato nel vivo, anche se è vero che ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria. Cosa voglio dire? Il Pd si renda disponibile a verificare il tutto con assoluta trasparenza e senza alibi di sorta e sappia ammettere errori ed omissioni dei suoi appartenenti e i difetti del sistema, che, a quanto pare, si autoalimentava sulla pelle delle difficoltà altrui anziché spendersi nell’alleviare le sofferenze dei soggetti a rischio.

Senza voler fare del manicheismo, non si può nascondere che, politicamente parlando, si scontrino due filosofie sociali: una, fortemente portata all’intervento pubblico e/o pubblico-privato, che inevitabilmente corre il rischio di agire in base a schemi rigidi al limite dell’intromissione; una, chiaramente attendista e tradizionalista, che corre il rischio di intervenire a babbo morto, quando i disastri si sono irrimediabilmente verificati.  Brutalmente parlando, nel primo caso possiamo assistere a disastri preventivi, nel secondo a quelli consuntivi. Sarà bene uscire da queste assurde e folli contrapposizioni ideologiche per trovare le flessibili risposte terapeutiche alle malattie sociali, senza esasperarne diagnosi e cura, ma anche senza sottovalutarne l’esistenza e la portata.