In pieno labirinto istituzionale

Se ho ben capito, in questi giorni il vicepremier Matteo Salvini ha convocato al Viminale le parti sociali per discutere della prossima manovra economica: un’anomalia che il ministro degli Interni prenda iniziative in un campo non di sua competenza; se lo ha fatto come vicepremier, non ne aveva, a maggior ragione, titolo, in quanto la carica di vice-presidente del Consiglio, non prevista costituzionalmente,  ha solo un valore politico e quindi può comportare iniziative solo previa accordo col presidente del Consiglio.

Alla riunione erano presenti solo esponenti governativi riconducibili alla Lega e anche questa è, a voler essere buoni, un’anomalia: si trattava di un incontro a livello di governo o a livello di partito? C’è evidentemente in atto un tentativo di identificare il governo con il partito maggiore, uscito tale dalle elezioni europee. Le anomalie sono come le ciliegie, una tira l’altra. Ultima, forse la più grave: al tavolo di confronto sedeva anche l’ex sottosegretario leghista Armando Siri, indagato per corruzione, a cui è stata revocata la delega. Non poteva quindi trattarsi di un incontro a livello governativo, era un’iniziativa politica leghista. E allora come mai al Viminale? Il gomitolo si aggroviglia sempre più.

Sembra poi che durante questo discutibilissimo incontro siano stati anticipati alle parti sociali dettagli della prossima manovra economica. Il premier Conte ne ha dedotto una scorrettezza istituzionale, in quanto “la Manovra è fatta a palazzo Chigi, dal presidente del Consiglio col ministro dell’Economia e gli altri ministri interessati ed i tempi li decide il premier”. In buona sostanza in quella riunione, che probabilmente passerà alla storia per la sua stranezza, ci sarebbero stati solo dei pourparler, delle chiacchiere tra politici e sindacalisti, i primi in vena di tendere trappole strumentali, i secondi in vena di cascarci da principianti.

In un commento recente scrivevo che a Salvini ormai è tutto consentito, anche se questa ultima iniziativa non si era ancora verificata. Sono cose gravi? Sono cose dell’altro mondo, che non hanno nulla a che vedere con la democrazia e col rispetto delle sue regole. Stiamo scivolando nei bassifondi della politica extra-istituzionale. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte comincia timidamente a reagire, anche se, a stretto rigore avrebbe dovuto chiedere le dimissioni a Salvini o proporre al presidente della Repubblica di ritirargli le deleghe.

Non so se Salvini stia facendo il finto tonto o proprio non ci arrivi, fatto sta che, al termine dell’incontro di cui sopra con le parti sociali, ha dichiarato che “i tempi della manovra le detta il presidente del Consiglio, verso il quale abbiamo piena fiducia, ma prima si fa meglio è” ed ha convocato una identica riunione per il 6 o 7 agosto, aggiungendo che, “se decine di associazioni ci dicono ‘grazie per averci ascoltato’, qualcuno dovrebbe farsi una domanda e darsi una risposta”.

Io, nel mio piccolo, me la sono fatta e mi sono dato anche la risposta. Stiamo vivendo un periodo di confusione al limite dell’incredibile, stiamo giocando un gioco in cui tutti si improvvisano giocatori. Un casino pazzesco, in cui rischiamo di perdere la tramontana: attenti a non perdere nel labirinto il filo del sistema democratico!