Litigare fino a tirarsi i minibot

È un classico: quando le cose vanno troppo bene si finisce col complicarsele o addirittura rovinarsele da soli. Sta succedendo in casa Lega: il sottosegretario alla presidenza del Consiglio ed esponente di primissimo piano del partito, Giancarlo Giorgetti, ha letteralmente “smerdato” il collega di partito Claudio Borghi, l’ideatore della proposta dei minibot, ovvero dei titoli di Stato di piccolo taglio, simili a banconote, ipotizzati come soluzione per pagare crediti fiscali e debiti arretrati della pubblica amministrazione.

Giorgetti non è andato per il sottile e ha detto molto più di quel che ha detto: si tratta di una cazzata, di una assurda e fantasiosa idea, di un tranello in cui molti sono caduti, una sciocchezza bella e buona. Qualcuno ha immediatamente fatto risalire queste piccanti dichiarazioni alla prospettiva di rivestire l’incarico di commissario a livello Ue e quindi alla necessità di darsi immediatamente un contegno.

Non voglio fare il processo alle intenzioni e quindi mi limito a prendere atto della posizione di Giorgetti, peraltro abbastanza ovvia, dal momento che viene dal personaggio più serio, equilibrato, preparato e capace di tutta la compagine governativa e di tutta l’ammucchiata pentaleghista. Ha dichiarato fuori dai denti: «C’è ancora chi crede a Borghi? Ma vi sembrano verosimili i minibot? Se si potessero fare, li farebbero tutti». Né più né meno il ragionamento che faceva spesso mio padre: se tutto fosse così facile, non ci sarebbero problemi…la realtà è purtroppo molto diversa e molto più problematica.

Non so se il leader leghista, Matteo Salvini, concordi con Giorgetti. Borghi ci scherza sopra: «Poverino Giorgetti è lì che aspetta una cosa importante come le Olimpiadi e gli rompono le scatole coi minibot». Inoltre l’uomo della finanza creativa leghista millanta credito e rivendica il placet di Salvini. Non mi interessa, do atto comunque a Giorgetti di avere riportato un po’ di sano realismo nel fantasmagorico e lunatico dibattito politico. In Bohème di Giacomo Puccini a Colline, il più intellettuale della compagnia, ad un certo punto, visto il suo atteggiamento benevolmente pragmatico di fronte all’agonia di Mimi, riconoscono: “Filosofo ragioni!!!”. Davanti all’agonia italiana nei rapporti con l’Europa Giorgetti ha buttato una manciata di sano realismo: “Leghista ragioni!!!”.

Mentre tra le fila leghiste qualcuno cerca disperatamente di ragionare, in casa M5S si litiga a fondo perduto: i galletti grillini si beccano. Di Maio accusa Di Battista di destabilizzare il movimento. Di Battista rimprovera a Di Maio di avere burocratizzato e depotenziato il movimento. Probabilmente hanno ragione entrambi. In casa Lega si finisce col litigare nell’abbondanza, in campo grillino ci si scontra nelle ristrettezze. C’è modo e modo di litigare: lo si può fare per cose da niente, per coprire il niente, per darsi dell’importanza, per motivi seri, per ragioni di fondo. A parte tutto a volte litigare fa bene. Secondo recenti studi psicologici, litigare rende le coppie più durature e felici; le coppie prive di conflitti non sono vitali. Persino il papa ritiene ammissibile che volino i piatti, purché, dopo gli sfoghi, ritorni la pace.

C’è chi fa volare i minibot e chi si contende la leadership a battute velenose. Staremo a vedere quanto durerà e se dopo i temporali tornerà il sereno. Purché in questi litigi non ci mettano e ci lascino il dito gli italiani: forse però se lo sono voluto.