Dal celodurismo al “rosarismo”

“Scherza coi fanti e lascia stare i Santi”, così dice il bigotto sagrestano della chiesa romana in cui il pittore Mario Cavaradossi sta dipingendo la Maddalena e azzarda qualche recondita armonia tra la bellezza del soggetto dipinto e quella della sua amante Floria Tosca. Niente in confronto all’insistito, strumentale e insopportabile uso dei simboli religiosi da parte di un Matteo Salvini alla disperata ricerca di una identità da sbattere in faccia agli allocchi: crocifissi e rosari, branditi con la delicatezza tipica di questo personaggio, abituato ad affrontare i temi e i problemi in modo triviale.

Se lui si richiama all’identità cristiana, scendo anch’io su questo terreno, che non mi è consono, per esprimere tutta la mia insofferenza per chi deturpa, profana e dissacra i simboli della mia fede religiosa. Basta caro Salvini! I rosari cerca di pregarli a casa tua, nella tua parrocchia, nella tua famiglia, ma non dalle tribune elettorali o nelle interviste mediatiche. È giunta l’ora di darci un taglio! Quanto alla croce, lasciando stare quella troppo grande di Cristo, lo stesso Salvini rappresenta la nostra croce attuale, che qualcuno porta con disinvoltura e che io porto con grande sofferenza politica.

Il leader leghista sta toccando tutti i tasti della peggiore demagogia e quindi sta usando anche il sentimento religioso degli italiani, ai suoi fini, che di religioso non hanno proprio nulla.  In realtà Salvini sta giocando una partita politica estrema contro tutto e tutti e in questa gara sta mietendo allori elettorali. Gli manca l’appoggio delle alte sfere vaticane, anche se mi risulta che il “basso clero” lombardo e veneto ne sia in qualche modo coinvolto o almeno condizionato soprattutto nelle iniziative caritative verso gli immigrati. E allora tenta di cavalcare l’insofferenza di molti verso il papato di Francesco e i suoi messaggi.

Si tratta di un vero e proprio esibizionismo religioso: dal celodurismo al “rosarismo” in un crescendo al limite del blasfemo. Umberto Bossi ce l’aveva con i “vescovoni” che gli rompevano le scatole e si limitava a qualche innocua invettiva contro le resistenze clericali alla sua impostazione politica. Salvini va molto oltre, la mette giù dura, brandisce rosari, crocifissi e vangeli. Sta scherzando coi Santi per coinvolgere i fanti. Qualcuno dovrà pur dirgli di smetterla.

Durante la partita della finale di Champions League a Madrid, una donna ha invaso il campo per esibire la sua notevole dotazione fisica: è stata immediatamente bloccata e fatta uscire dalla porta di servizio, mentre le telecamere ufficiali non hanno farisaicamente ripreso la scena. Non mi avrebbe dato alcun fastidio ammirare il corpo nudo di una bella donna. Matteo Salvini sta invadendo il campo religioso per esibire la sua scarsa e ridicola dotazione spirituale. Le telecamere gli offrono attenzione e gli garantiscono divulgazione. Non esistono inservienti che lo blocchino e lo caccino fuori dal circo. Vuole addirittura conferire col papa, forse per insegnargli il mestiere. Mi dà un fastidio enorme, anche perché non è più un fenomeno di costume, ma sta diventando una soma politica assai gravosa. Speriamo di essere arrivati alla comica finale.

Ho iniziato con una citazione operistica e chiudo con un’altra. Nel Rigoletto i cortigiani del duca di Mantova di fronte alle sparate del buffone di corte scuotono il capo e commentano fra di loro: “Coi fanciulli e coi dementi spesso giova il simular”. Con tutto il rispetto per le sacrosante proteste di Rigoletto e senza rispetto per quelle di Salvini.