Nel buio leghista tutti i gatti sono bigi

Lo stupro di una donna è un atto infame che associa la violenza al sesso, approfittando della forza bruta maschile per segnare in modo vomitevole il predominio machista e relegando la donna a creatura della serie “usa e getta”: è uno di quei crimini per i quali non riesco a trovare alcuna spiegazione, se non a livello di pura delinquenza.

In questi giorni la cronaca ha registrato lo stupro di una trentaseienne a Vallerano, un comune in provincia di Viterbo, effettuato da due uomini aderenti al movimento CasaPound.   In base alla ricostruzione fatta finora, i due uomini e la donna la sera del 12 aprile sono tutti e tre a una festa privata durante la quale bevono. Successivamente, da quanto risulta con il consenso della donna, si spostano insieme presso il locale Old Manners, di Viterbo, considerato un punto di ritrovo dei militanti del movimento di estrema destra. Il locale è chiuso, ma uno dei due uomini ha la chiave per entrare. Dentro il locale i tre bevono ancora. Quindi i due uomini tentano un primo approccio con la donna, ma lei li respinge. A questo punto scatta la violenza, la donna viene colpita a calci e pugni fino quasi a svenire e poi i due abusano di lei, ripetutamente e a turno, filmando tutto con i cellulari. Nei giorni successivi, la donna decide di denunciare lo stupro subito. Partono le indagini. Sui cellulari dei due uomini vengono trovati i video con le riprese della violenza. E scattano gli arresti. “Stai zitta, tanto non ti crederà nessuno”. È la minaccia che i due militanti di CasaPound arrestati – secondo quanto si apprende da fonti investigative – avrebbero rivolto alla donna dopo averla violentata all’interno del locale. “È stata una violenza inaudita – sottolineano gli investigatori -: la donna è stata abusata più volte prima da uno e poi dall’altro per alcune ore, fino a quando non è stata abbandonata dai due ragazzi sotto casa”.

Lo stupro è sempre e comunque un gravissimo atto di criminalità indipendentemente dalla tessera politica degli stupratori. Il discorso però è un altro. Se l’atto assume anche i connotati di trasgressione ideologicamente marchiata e divulgata, il problema si fa decisamente serio ed assume un rilievo politico. Ancor più se consideriamo che il movimento CasaPound riesce ad avere un seguito a livello elettorale e può contare sull’atteggiamento omertoso di certe forze politiche, che non riescono a distinguersi ed alle quali viene comodo restare in un’area grigia di tolleranza.

Ho ascoltato con interesse la netta e coraggiosa posizione espressa da Gino Strada sull’assenza di Matteo Salvini dalle manifestazioni celebrative del 25 aprile: in modo chiaro ed inequivocabile ha detto che Salvini non poteva partecipare perché è un fascista e quindi meglio che si tenga alla larga. Sono sostanzialmente d’accordo con Gino Strada, aggiungo però che Salvini non può essere perseguito per apologia di fascismo perché è camuffato dietro un populismo da strapazzo, che confonde le acque, e quindi, in un certo senso è ancor più pericoloso.

Cosa sta infatti succedendo? I rigurgiti fascisti trovano terreno fertile quando si viene a creare un clima equivoco in una notte in cui tutti i gatti sono bigi. Successe quando Gianfranco Fini era vice-premier e al G8 di Genova si scatenò il finimondo repressivo con la macelleria poliziesca contro i manifestanti: non fu certo lui a dare questi ordini, ma la presenza politica ad alto livello di un esponente storicamente legato ad una certa ideologia suonava rassicurante per chi voleva dare libero sfogo ad azioni di stampo fascista. Successe con l’elezione a sindaco di Roma di Gianni Alemanno con una trionfale saga di saluti romani e di slogan fascisti, che peraltro non finirono lì. Sta succedendo a margine della politica leghista: basti dire che Salvini ha pubblicato un libro-intervista con una piccola casa editrice, Altaforte, guidata da un militante di CasaPound. Un anno fa, come ricorda Andrea Carugati su “La Stampa”, il capo leghista fece una comparsata allo stadio indossando un giubbotto col marchio amato dall’estrema destra. Salvini sta attento a non commettere reati contro la legge Scelba, ma lancia segnali di un certo tipo e contribuisce indirettamente a legittimare certi comportamenti politici di stampo fascista. Salvini e la casa editrice di cui sopra si nascondono dietro il sovranismo e dietro una pseudo-cultura identitaria e non allineata.

Tornando allo stupro di gruppo, CasaPound ha preso le distanze (volevo vedere…), ha deciso di espellere in via cautelativa i due militanti, mentre uno dei due, consigliere comunale, si dimetterà dalla carica. È interessante notare come, tra i post razzisti e fascisti di questo signore, ci sia una locandina su Instagram, che ritrae un negro nell’atto di violentare una donna bianca e sopra la scritta “Difendila!”. La dimostrazione brutale e lampante della strumentalità delle campagne denigratorie verso gli immigrati.

“Nessuna tolleranza per pedofili e stupratori – ha commentato Salvini -: la galera non basta, ci vuole anche una cura. Chiamatela castrazione chimica o blocco androgenico, la sostanza è che chiederemo l’immediata discussione alla Camera della nostra proposta di legge, ferma da troppo tempo, per intervenire su questi soggetti. Chiunque essi siano, bianchi o neri, giovani o anziani, vanno puniti e curati”. Siamo al polverone demagogico che lascia intatti i dubbi di una certa qual sotterranea (?) connessione tra la Lega e l’estremismo di destra violento e nostalgico. Così come lasciano il tempo che trovano i “coccodrilleschi” pianti grillini sul latte versato: per alcuni di loro “i rapporti tra Salvini e CasaPound sono da sempre alla luce del sole ed estremamente imbarazzanti” e sarebbero “chiare e definite le posizioni da cui si sentono lontanissimi”. Forse allora sarebbe il caso di risolvere il famigerato contratto. O no!?