Il cardinale abusivo

Konrad Krajewski, l’elemosiniere del Papa, è andato in un palazzo romano occupato da 450 persone a portare doni e cibo, ma non si è accontentato ed ha staccato i sigilli del contatore ridando la corrente elettrica agli abitanti a cui era stata tolta per morosità. L’autore di questo gesto chiaramente provocatorio ha dichiarato: «Sono intervenuto personalmente, ieri sera, per riattaccare i contatori. È stato un gesto disperato. C’erano oltre 400 persone senza corrente, con famiglie, bambini, senza neanche la possibilità di far funzionare i frigoriferi. Non l’ho fatto perché sono ubriaco».

Il cardinale polacco, che già in passato si era preso cura di anziani, malati e bambini che vivono nella struttura, è arrivato nel pomeriggio a bordo di un furgone carico di regali per i più piccoli. Sapeva che gli abitanti del palazzone erano da tre giorni senza corrente: ha chiamato al telefono Prefettura e Comune, chiedendo di riattivare l’energia elettrica, minacciando altrimenti di farlo lui stesso. Dopo alcune ore è tornato sul posto, ha di nuovo chiamato le autorità cittadine per esplicitare il suo intento, poi si è calato nella buca dove c’è l’impianto di media tensione, ha attuato una serie di manovre e la luce è tornata. Prima di prendere i voti aveva lavorato in Polonia nel settore elettrico e quindi aveva la competenza professionale per intervenire.

Immediatamente la società elettrica che gestisce l’infrastruttura si è accorta dell’anomalia ed è giunta sul posto scortata da alcune camionette della polizia. Gli occupanti, al grido di “senza luce non si vive”, hanno presidiato in massa la cabina elettrica fino alle 3 di notte circa, quando le forze dell’ordine hanno abbandonato lo stabile. Nonostante l’intervento della polizia non è stato possibile rimettere i sigilli alla cabina elettrica. Il tutto è conseguenza del debito accumulato dal 2013 che sembra ammonti a oltre 300mila euro e il Campidoglio ha fatto sapere che non salderà le bollette della luce arretrate.

Da quello che posso intuire si tratta di un caso in cui si sommano gravi problemi abitativi a occupazioni abusive da parte di soggetti in gravi difficoltà e iniziative culturali ed artistiche di sostegno all’antagonismo sociale. Il Papa, tramite il suo incaricato per le iniziative caritative, ha messo il dito nella piaga senza timore di rimanere impigliato in una inevitabile polemica. Queste situazioni andrebbero gestite a livello pubblico con molta elasticità e flessibilità, mentre invece vengono lasciate per anni a marcire e poi, quando scoppia la bagarre, affrontate e trattate burocraticamente e sbrigativamente.

Non posso evitare un paio di riflessioni: una di carattere socio-politico e una di stampo ecclesiale. È perfettamente paradossale che il movimento cinque stelle affronti (?) il problema della povertà introducendo centralmente e legislativamente il cosiddetto reddito di cittadinanza, per poi chiudere gli occhi territorialmente, con suoi autorevoli amministratori locali, sui problemi concreti drammaticamente emergenti. È troppo comodo pontificare a livello governativo per poi balbettare a livello comunale. Occorre sensibilità e fantasia che vanno ben oltre il rigorismo sociale pentaleghista, che oscilla tra lo pseudo-comunismo grillino e lo pseudo-liberismo salviniano.

La Chiesa si è svegliata, papa Francesco le sta dando una bella scrollata, passando dalla mera teorizzazione evangelica alla denuncia sociale e financo politica. Siamo giustamente ed opportunamente arrivati alla testimonianza provocatoria. Il leader della Lega Matteo Salvini è intervenuto a margine del gesto provocatoriamente disperato del cardinale Krajewski, parlando durante un comizio elettorale a Cuneo: «Conto che l’elemosiniere del Papa, intervenuto per riattaccare la corrente in un palazzo occupato di Roma, paghi anche i 300mila euro di bollette arretrate. Penso che voi tutti, facendo sacrifici, le bollette le paghiate. Se qualcuno è in grado di pagare le bollette degli italiani in difficoltà siamo felici…». Una ignorante e strumentale manciata di fango su un intelligente e provocatorio gesto. Purtroppo credo che parecchia gente abbia reagito come Salvini. E allora? Bisogna che la Chiesa, come istituzione e come comunità, faccia un ulteriore passo avanti, non tanto pagando una tantum a livello vaticano le bollette della luce, ma inaugurando definitivamente, a livello centrale e periferico, uno stile di condivisione verso i problemi degli ultimi. Non per tappare la bocca ai Salvini, ma per soddisfare fino in fondo le esigenze evangeliche.