Boccaccio entra nel M5S

Finalmente un esponente del M5S riesce a conquistare, al di là della politica, la mia simpatia. Questi grillini nella loro arrogante e presuntuosa ignoranza ispirano una viscerale antipatia: sono umanamente, prima e più che politicamente, insopportabili. Forse la palma del “migliore” (si fa per dire) va “all’azzeccagarbuglioso” ministro delle infrastrutture e dei trasporti Danilo Toninelli. Gli unici pentastellati che si salvano sono quelli espulsi o in odore di espulsione dal movimento: acquisiscono infatti immediatamente quel minimo di autonomia di pensiero e comportamento (magari trasgressivo), che li rende accettabili sul piano umano e financo politico.

A Giulia Sarti, deputata M5S, sta succedendo di tutto. È rimasta invischiata nello scandalo che i giornali hanno chiamato “rimborsopoli”: non aveva cioè effettuato i rimborsi di una parte dei suoi emolumenti che il Movimento obbligava a destinare al fondo del microcredito per le PMI. La Sarti evitò l’espulsione denunciando un collaboratore per appropriazione indebita, accusandolo di essersi intascato i soldi destinati al fondo di cui sopra. La denuncia è stata archiviata dalla Procura di Rimini e quindi la deputata ha ritenuto opportuno dimettersi dalla Presidenza della Commissione Giustizia alla Camera, tenendo in sospeso la sua posizione come parlamentare e la sua adesione al gruppo grillino.

Per Giulia Sarti però sta piovendo sul bagnato: stanno girando foto e video che la ritraggono in atti intimi e quindi questa persona pubblica sta soffrendo una carognata pazzesca, quella cioè di vedersi messa alla berlina con immagini privatissime divulgate per rovinarne la reputazione. Non so se corrisponda al vero quanto il collaboratore scagionato avrebbe detto, cioè di avere usato parte di quei soldi sottratti al fondo microcredito per pagare chi deteneva contenuti hard della Sarti e farli sparire dalla circolazione. La questione si potrebbe persino tingere di ricatto ai danni della Sarti, finita veramente in mezzo ad un brutto giro. L’interessata ed anche quel suo collaboratore avrebbero il dovere di meglio chiarire i contorni di tutta la vicenda.

Sono fatti ormai diventati frequenti sul web con conseguenze talora tragiche per i soggetti presi di mira. È il fenomeno del “revenge porn”, vale a dire la condivisione pubblica di immagini o video intimi tramite internet senza il consenso del/della protagonista degli stessi. Sta diventando una vera e propria piaga sociale, che, con il caso della Sarti, fa il suo ingresso nelle aule parlamentari.

In Inghilterra basta meno per essere costretti alle dimissioni, ma gli inglesi farebbero bene a preoccuparsi della “pornografia brexitiana” che sta inondando l’Europa. È vero che la Costituzione italiana afferma che “i cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore”, ma non mi sembra possa farsi risalire allo svolgimento della funzione di parlamentare l’infantile divertimento (?) di riprendere con un telefono le proprie scorribande sessuali: per quanto mi riguarda, assolverei quindi Giulia Sarti perché il fatto non costituisce violazione costituzionale e semmai la considererei parte lesa in una novella boccaccesca.

Vado anche oltre per esprimerle tutta la mia solidarietà assieme al consiglio di essere più prudente nello scegliere i propri collaboratori ed i partner sessuali. Si dimetta dal bigotto gruppo pentastellato, resti parlamentare, faccia quel che vuole del suo emolumento badando soprattutto a lavorare per il Paese e magari si dia da fare per combattere la revenge porn di cui è rimasta vittima. Vedere questa giovane donna deputato “sputtanata” per trasgressione al demagogico codice grillino e per una perfida persecuzione a sfondo sessuale mi indigna. Ecco perché ho esordito scrivendo che finalmente un personaggio del M5S è riuscito a conquistare la mia simpatia. Lo ribadisco.