Questa sera si recita a soggetto

Il movimento cinque stelle, fra non pochi mal di pancia dei suoi militanti e nel disorientamento dei suoi elettori, ha imboccato la strada del tirare a campare a livello di governo e di convivenza con l’alleato leghista. Cominciano a volare parole grosse verso lo stato maggiore pentastellato, verso lo stesso Beppe Grillo, spuntano cartelli contro il tradimento dei principi ispiratori, serpeggiano conflitti e divisioni interne: il voto contro l’autorizzazione a procedere per Matteo Salvini ha innescato una vera e propria diaspora.

E non è finita, è solo appena cominciata! Si profilano altri importanti ed ancor più rilevanti banchi di prova, fra cui spiccano la questione Tav e il problema delle autonomie regionali rafforzate. Il contratto di governo rischia di diventare carta straccia, il peso politico dei due movimenti si è capovolto, le elezioni regionali ed europee aumentano la conflittualità, la crisi economica impazza e la manovra economica dimostra tutte le sue lacune contenutistiche e scopre tutte le sue promesse illusionistiche.

Tempi duri per i grillini, in calo di consensi e di credibilità: la Lega se li sta cucinando pian piano, aspettando il momento opportuno per divorarli. Un movimento senza storia e senza cultura è destinato a rimanere paralizzato tra la incontenibile voglia di protesta e la realistica smania di potere. Come ne usciranno? Sulla Tav sono isolati, condizionati dalle solite promesse fatte a vanvera in campagna elettorale, impiccati ad uno studio tecnico-scientifico universalmente ritenuto inattendibile: stanno pisciando contro vento. Dovranno estrarre dal cilindro un altro coniglio: il ricorso alla piattaforma Rousseau non funzionerà, perché troppo grande sarebbe la foga rivoluzionaria da contenere in uno striminzito meccanismo informatico. Dovranno calare le braghe, trovando un modo elegante per farlo. Non hanno contropartite agevoli e popolari da chiedere alla Lega, non credo che potranno contare su una serie di provvedimenti giudiziari spalmati sugli avversari e tali da oscurare mediaticamente le proprie minchiate. Staremo a vedere…

Forse ancor più difficile è la matassa delle autonomie regionali su cui la Lega si gioca la faccia e l’unità: il M5S rischia di diventare sempre più il difensore delle rimostranze meridionaliste. L’opposizione alle rivendicazioni delle regioni forti mette i grillini in una posizione di scomodissima retroguardia e li costringe ad una fuga dalla realtà. Il problema oltre tutto è che non potranno guadagnare tempo in vista delle elezioni per poi rifare i conti e rivedere magari il contratto di governo: la Francia, la Ue, i governatori del nord incalzano. I risultati elettorali, stando ai sondaggi segnerebbero una netta affermazione leghista ed una altrettanto netta retrocessione pentastellata. Il movimento non sembra in grado di esprimere una diversa classe dirigente, capace di prendere il toro per le corna. Grillo è in chiara e netta difficoltà. Staremo a vedere…

Siamo in un teatrino dove si recita a soggetto: una tecnica teatrale molto utilizzata dall’avanspettacolo e dalla rivista. Nel primo caso serviva solo a preparare il palcoscenico al vero spettacolo tenendo caldo l’interesse del pubblico; nel secondo caso si trattava di un genere leggero di puro intrattenimento. Anche in questi spettacoli emersero tuttavia autentici fuoriclasse. La metafora teatrale però si (inter)rompe in quanto nella situazione politica italiana esistono copioni molto precisi, impegnativi e drammatici a cui si risponde con improvvisate ed alienanti gag: non c’è da divertirsi, le risate sono amare, prima o poi arriveranno i fischi e le urla e forse qualche ortaggio (o qualcosa di peggio) arriverà sul palcoscenico.