Contro il potere forte della matematica

Probabilmente Beppe Grillo si è stancato di rimanere dietro le quinte ad osservare il magro spettacolo del suo movimento allo sbando e si è autopromosso a buttafuori, vale a dire a persona incaricata, a livello teatrale, di far sgombrare il palco prima che si alzi il sipario e che si occupa anche di avvertire gli attori del momento in cui devono entrare in scena.

L’indomani delle elezioni regionali sarde ha fatto sgombrare il palcoscenico da Alessandro Di Battista ed ha buttato sulla scena Luigi Di Maio per commentare a ruota libera i risultati, che hanno visto il M5S restare con un quarto dei voti ottenuti nella consultazione politica dell’anno scorso. L’attor giovane ha sfoderato tutto il suo becco di ferro dichiarando: «Noi siamo positivi perché per la prima volta in Sardegna entriamo in consiglio regionale». Siamo nella più bieca tradizione dei mestieranti della politica, i quali pur di non ammettere sconfitte elettorali si arrampicavano sugli specchi: Di Maio ha deciso di fare altrettanto con l’aggiunta delle mani sporche di grasso. Mica male per chi ha fatto del cambiamento la propria cifra distintiva e dell’antipolitica il proprio metodo innovativo.

Il potere forte della matematica viene ridotto a semplice opinione: passare dal 42% al 12% dei votanti non ha alcun significato, perché se si guarda alle precedenti elezioni regionali c’è stato un aumento dallo zero (il M5S non si era presentato) al 12%. “Il M5S è vivo e vegeto. Per il governo non cambia nulla. Io non vedo nessun problema”, dice il capo grillino pro tempore, ma poi annuncia, in un lampo di penoso buonsenso: “Tra domani e dopodomani ci saranno importanti novità, andremo avanti con la riorganizzazione, per essere più capillari e rispondere alle esigenze dei cittadini”.

Al pensiero che milioni di italiani abbiano concesso il loro voto a personaggi di questo genere, mi sento gelare il sangue nelle vene. Sembra stiano diminuendo, ma, per il momento, restano sempre troppi. Se usassi le stesse categorie mentali capovolgendole, dovrei dire che gli elettori grillini non sono vivi e vegeti; per loro stanno cambiando molte cose; hanno qualche problema di ripensamento.

Forse è il caso di ragionare seriamente: il M5S sta evidenziando i suoi limiti ed i suoi difetti, non ha radicamento territoriale, non ha classe dirigente, non ha cultura di governo, non ha strategia e sta sbagliando tattica. Gli elettori della Sardegna, forti del loro storico indipendentismo e del loro testardo attaccamento ai problemi isolani, hanno scoperto gli altarini. Meno male che ci sono i sardi…: si sono tappati naso, bocca, occhi ed hanno scelto il centro-destra, dando un sacco di voti alla Lega di Salvini (però non tutti quelli che venivano previsti: il latte versato non ha premiato più di tanto il leghismo facilone); hanno ridato un po’ di fiato al centro-sinistra (uniti intorno a candidature serie si può tornare a fare politica). Beh, tutto sommato potevano fare anche peggio. Di questi tempi bisogna sapersi accontentare. Evviva la Sardegna!