Voce uscita dalla pattumiera leghista

L’assessore comunale alla Sicurezza del comune di Monfalcone, Massimo Asquini, ha postato sui social questa filastrocca: “Il migrante vien di notte con le scarpe tutte rotte; vien dall’Africa il barcone per rubarvi la pensione; nell’hotel la vita è bella nel frattempo ti accoltella; poi verrà forse arrestato e l’indomani rilasciato”. Quando ho ascoltato la notizia, successivamente verificata su internet, ho fatto letteralmente un balzo sulla seggiola. Non è possibile, ma purtroppo è vero.

Siamo giunti a questo punto: un amministratore pubblico si diverte sulla pelle dei migranti. Ecco il clima che stiamo respirando in Italia. Avevo appena ascoltato don Luigi Ciotti dichiarare, con la sua solita partecipazione emotiva e con il suo solito coraggioso impeto, la necessità di gridare “vergogna” per come l’Europa e l’Italia stanno gestendo il problema degli immigrati. Ebbene non solo si porta avanti una politica vergognosa, ma qualcuno ha addirittura il pessimo gusto di deridere persone che vivono drammi umani incredibili.

L’interessato si è difeso: “Non c’è nulla di offensivo, è quello che tutti gli italiani pensano. La filastrocca non è roba mia, l’ho copiata dal web. In ogni caso non è un’offesa per nessuno. È uno scherzo in tema con la leggerezza del giorno della Befana”. La difesa è ancor peggio dell’offesa. Ho riflettuto prima di riportare e commentare questo episodio: forse era meglio sorvolare. Alla fine ho ritenuto di non ignorare questa penosa vicenda. Per diversi motivi. Il primo per il fatto che fotografa effettivamente un sentire piuttosto diffuso tra la gente: non tutti gli italiani, non certamente il sottoscritto, ma molte persone arrivano a tanto.

Mio padre, nella sua disincantata e implacabile ironia al limite del sarcasmo, sottolineava come suscitasse generalmente grande ilarità la caduta di una persona, mentre davanti alla caduta di un cavallo ci si intristisce: “Povra béstia…”. Non si sbagliava affatto. Quell’assessore non oserebbe parafrasare la filastrocca della Befana applicandola al suo cane: avrebbe se non altro timore di offendere tutti coloro che possiedono un animale domestico. Con gli immigrati si va invece sul velluto. Roba da matti.

In secondo luogo questo triste e vergognoso episodietto dimostra come in politica seminare vento possa comportare raccogliere consenso: la Lega sta scherzando col fuoco, finisce col portare acqua al (suo) mulino razzista, ma prende caterve di voti. Si badi bene che la filastrocca non è stata lanciata in un triviale bar di periferia, ma da un assessore comunale di Monfalcone. Questo comune è stato governato dalla sinistra dal 2011 al 2016. Ora imperversa la Lega. Leggete cosa scriveva una certa Sara il 30 maggio 2011 alle ore 20,18 a commento delle elezioni comunali di Monfalcone vinte appunto dal centro-sinistra: “Mi son de Monfalcone e fiera della mia cittadina!!! Come se fa a dir Ke i Bangla non servi a niente??? Xe persone non bestie, fin che xe certa “gente” che parla cussi no andremo da nessuna parte”. Sara sprofonderà, come tutti i monfalconesi e gli italiani con un minimo di cervello e di coscienza, nella vergogna di vedere gli immigrati considerati come bestie da soma, da sfruttare e oltre tutto da deridere.

Cosa è successo nell’elettorato di sinistra? Ci possono essere tanti motivi psicologici, sociali ed economici per spiegare il passaggio di larghe fasce di elettori dalla sinistra alla Lega (non sarà, ne sono certo, il caso della citata Sara): di fronte a questi episodi clamorosi speriamo che qualcuno si ravveda e capisca lo schizofrenico errore commesso. L’opposizione in comune di Monfalcone ha reagito, ha chiesto le dimissioni dell’esponente leghista e la convocazione di un Consiglio comunale urgente, con la presenza del Questore e del Prefetto. Il sindaco leghista invece dice che Asquini non voleva offendere nessuno e se l’ha fatto si scusa. Le scuse sono quelle sopra riportate. “Voce dal sen sfuggita poi richamar non vale: non si trattien lo strale, quando dall’arco uscì”.

Sia chiaro non intendo infierire su una seconda o terza fila leghista, non voglio speculare su un infortunio di un poveraccio, che forse effettivamente dovrebbe togliere il disturbo.  Ben altro politico a terger dèssi l’offesa! Vediamo cosa avranno da aggiungere Salvini e c., specialisti in messaggi facebook e twitter. Sghignazzeranno assieme ad Asquini, si incazzeranno per la dilettantesca caduta di stile, rincareranno la dose, la butteranno in rissa, daranno la colpa all’Europa e alla sinistra? Resta, al di là della politica e delle pattumiere social, lo sconfortante interrogativo di Adriana Lecouvreur, vittima di una vendetta amorosa perpetrata con fiori avvelenati inviati dalla sua rivale in amore: “Ma perché mai discendere a tanta scortesia?”.