Ritiratevi tutti, è cambiato il mondo!

L’attuale governo sta facendo un casino pazzesco: affronta i problemi con grande superficialità, improvvisa soluzioni illusorie, litiga continuamente al proprio interno, è in rotta di collisione con l’Unione europea, fa indubbiamente molto fumo e poco arrosto (forse addirittura brucia l’arrosto). Dà però l’idea di impegnarsi, di buttare all’aria la casa per ripulirla, di voler cambiare l’aria, di voltare pagina.

I cittadini italiani, con tutto il rispetto, non sono mostri di intelligenza e cultura, non hanno grande capacità critica, si lasciano facilmente infinocchiare ed infatti sta succedendo proprio che la gente, esasperata dai problemi, dalle inefficienze, dalle contraddizioni, dalla corruzione, ascolta chi la sa raccontare meglio e le promette facili soluzioni. Bisogna però sforzarsi di mettersi nei panni di tante persone effettivamente in grosse difficoltà, che quindi sono portate ad affidarsi anche al primo che passa, visto che in precedenza magari non passava nessuno.

Il governo legastellato dà di sé un’immagine di confuso attivismo, di contraddittorio efficientismo, di inconcludente populismo, di indispettito sovranismo: da questo bailamme molti vengono storditamente impressionati e fanaticamente coinvolti. Non è facile spiegare che nel casino politico non si costruisce niente, anzi si distrugge quel poco o tanto che esiste. L’ansia del nuovo e del pulito induce nell’errore di rottamare, distruggere ed eliminare senza discernimento. Abbiamo tutti fatto l’esperienza di un trasloco: alla fine ci si accorge immancabilmente di aver buttato qualcosa che poteva ancora servire.

A questo scenario di artificiosa apocalisse politica fa riscontro un altro casino, quello del partito democratico: il Pd dà l’immagine opposta, vale a dire di una forza politica avvinghiata ai riti del passato, sussiegosamente ed altezzosamente lontana dai problemi concreti, inguaribilmente malata di un protagonismo fine a se stesso, incapace di dialogare con la gente, non per irriderne le paure, ma per rimuovere le cause di tali disagi. Di fronte ai tanti problemi emergenti qual è l’idea offerta dal partito democratico: scontrarsi su chi sarà il nuovo segretario! So benissimo che non è proprio così, che la scelta della dirigenza è fondamentale, che i congressi servono, che i problemi vanno inquadrati in una strategia complessiva, che la politica non è uno sbrigativo toccasana per chi sta male. Ci sono però momenti, e forse quello che stiamo vivendo lo è, in cui occorre fornire un’idea convincente, in cui occorre bucare il video, in cui bisogna sforzarsi di affiancare il cittadino prima di indicargli una strada.

Non aveva tutti i torti Katia Tarasconi, immediatamente bollata come “pasionaria del Pd, la quale, intervenendo nel dibattito dell’ultima assemblea nazionale del partito, ha avuto il provocatorio coraggio di affermare dalla tribuna: “Ritiratevi tutti, è cambiato il mondo. Non basta cambiare segretario ogni due anni, servono idee e un nuovo schema di gioco. Siamo rimasti un partito ottocentesco”. Una delle solite e velleitarie sparate? Può darsi, ma per Katia Tarasconi mi è immediatamente nata una certa simpatia.

Mi sovviene lo strafalcione di un mio simpatico conoscente. Quando spuntava qualche amico, di cui aveva appena (s)parlato, esclamava: «Ecco, tabula rasa!». Voleva dire “lupus in fabula”, ma faceva lo stesso. Non vorrei che il “tabula rasa” di Katia Tarasconi venisse snobbato con una sorta di “lupus in fabula”, affibbiatole come se fosse uno dei soliti sgangherati nuovisti rottamatori. Provino a darle ascolto, a ritirarsi in buon ordine ed a cambiare schema di gioco. Chissà che…