Mattarella parla europeo

Non ho mai capito fino in fondo come si colleghino le visite ufficiali all’estero effettuate dal Capo dello Stato con quelle che hanno come protagonisti autorevoli membri del governo. Spero si coordinino fra di loro in modo tale da evitare di parlare all’estero lingue diverse. I miei dubbi sono considerevolmente aumentati in questo periodo, in cui emergono chiaramente impostazioni diverse fra la Presidenza della Repubblica e il Governo attualmente in carica, a livello culturale e di politica internazionale.

In questi giorni Sergio Mattarella è andato in visita di Stato in Svezia. Ha parlato la sua lingua politica, fatta di europeismo e di grande attenzione al problema dell’immigrazione. “Compito di ognuno di noi, cittadini europei, è mantenere viva la visione dei Padri fondatori, passandola intatta e sempre più solida, in una simbolica staffetta, alle generazioni future. Ci auguriamo che i Membri dell’Unione europea – tutti – riescano a identificare e perseguire politiche sempre più comuni, volte a governare con coraggio un fenomeno non certo destinato ad esaurirsi, come il flusso di migranti. L’Italia è impegnata senza riserve su questo terreno, a partire dalla drammatica emergenza dei salvataggi in mare e degli sbarchi di centinaia di migliaia di migranti. L’Europa affronta delle difficoltà, attraversa un momento non facile, dopo le elezioni europee bisognerà trovare il modo di rilanciare il ruolo dell’Ue. L’edificio che è stato costruito si deve completare, rafforzando il pilastro sociale dell’Ue perché i cittadini, che hanno sofferto per la crisi economica, si sentano davvero parte della casa europea”. Questi alcuni passaggi significativi dei discorsi tenuti da Sergio Mattarella, incontrando i rappresentanti delle massime istituzioni svedesi. Da ultimo ha invocato un Parlamento che unisca più che dividere: “Nel Parlamento quel che unisce è sempre di più di quel che divide. Esso è il luogo dove si esercita la volontà popolare”. Visitando l’aula parlamentare svedese ha commentato: “Sono rimasto colpito, vedendo che i posti dei parlamentari non sono divisi per partito, ma per appartenenza di collegio. È un messaggio importante”.

Nell’ultimo atto dell’opera Falstaff, la vicenda si svolge in una foresta e Sir John dice espressamente “ecco la quercia” per identificare il luogo dell’appuntamento. “Mo indò éla?”, gridò mio padre dal loggione, dal momento che la scena non aveva neanche l’odore della quercia. Maleducato? Sì! Aveva ragione? Almeno un po’, sì! Anche se il discorso sarebbe molto lungo e complesso, valga comunque l’episodio ad evidenziare come le giustissime ed autorevoli parole di Sergio Mattarella non possano colmare le lacune di un governo italiano che sostanzialmente non crede all’Europa, che considera i migranti carne di bassa macelleria, che vive le istituzioni democratiche come inciampo per una politica impostata populisticamente e “sovranisticamente”. Non so cosa avranno pensato gli svedesi, peraltro anch’essi alle prese con una difficile crisi politica e non esenti da simpatie verso le pulsioni che stanno contagiando l’Italia e non solo l’Italia. Non vorrei che con riferimento all’esistenza dell’Europa Unita, qualcuno dal loggione svedese avesse gridato: “Mo indò éla?”. Certamente si saranno dati di gomito e si saranno chiesti a bassa voce: “Come se la metterà Mattarella con Salvini che usa le ruspe contro i migranti? E con il governo che è in netta rotta di collisione con l’Unione europea? E con i partiti che in Italia vanno in Parlamento come se salissero su un ring?

Mi sovviene una barzelletta. Una lussuosa automobile investe un ciclista che viene notevolmente danneggiato. Dalla macchina scendono due splendide ragazze che si presentano al malcapitato. “Piacere io sono miss emilia” dice una. E l’altra pure: “Piacere, io sono miss Lombardia”. Il poveretto, che si reggeva a stento in piedi, rispose: “Mi, inveci a son miss mäl”. Credo che Mattarella potrebbe dire così, scuotendo malinconicamente il capo, guardandosi attorno e “contemplando” le vedette del governo legastellato, ormai note in tutto il mondo.