Le travi di Salvini e le “pagliuzzone” di Macron

Non v’è dubbio che le contestazioni del Viminale al comportamento delle forse dell’ordine francesi in materia di “caccia all’immigrato” abbiamo un carattere strumentale: una sorta di “sputtanamento” di chi vuol fare il primo o il secondo della classe a livello europeo contro un’Italia fanalino di coda e Stato piantagrane. Obiettivamente però la Francia non sta tenendo una condotta esemplare, se è vero che la polizia d’oltralpe usa maniere piuttosto spicce per ributtare gli immigrati sul nostro territorio (minorenni compresi), anche se le autorità francesi tendono a declassare questi episodi a puri errori.

Un furgone della gendarmeria francese è stato avvistato dalla polizia italiana a Claviere, sulle Alpi del Torinese al confine con la Francia, mentre scaricava migranti di origine africana in territorio italiano, così violando leggi, confini e accordi. Non è la prima volta che succedono fatti del genere e che la polizia francese viene sorpresa con le dita nella marmellata. Al di là del mancato rispetto delle norme in materia, la Francia dimostra un atteggiamento improntato all’ostilità o, quanto meno, al burocratico respingimento di soggetti in gravissime difficoltà, trattandoli come se fossero dei rifiuti di cui sbarazzarsi velocemente e di soppiatto. Non è una bella immagine e soprattutto non è una dimostrazione di civiltà.

Chi è senza peccato scagli la prima pietra: è perfettamente inutile che Emmanuel Macron faccia il fenomeno, accusando l’Italia di comportamento pseudo-razzista, di populismo e di altre colpe – rimbrotti peraltro meritati – messe in rilievo da un pulpito assai poco credibile. La Francia ha codoni di paglia molto imbarazzanti nel suo passato colonialista, nella sua stupida e gravissima spinta al conflitto con la Libia e nel suo presente opportunista. Siamo in presenza del bue che non dà del cornuto all’asino, ma ad un altro bue.

Non mi piace il modo fascistoide di Salvini di reagire alle violazioni da parte di un altro Stato: esistono canali diplomatici e possibilità di chiarimento ben più democratici e civili. Ma non accetto nemmeno la supponenza con cui il presidente Macron tratta l’attuale governo italiano e respingo al mittente le lezioni di democrazia che intende impartirci. Se noi abbiamo Matteo Salvini, lui ha Marine Le Pen che non è certo da meno in fatto di populismo e sovranismo: se la Francia avesse votato col nostro sistema elettorale non so come sarebbe finita.  Se noi stiamo impostando una vergognosa campagna anti-immigrati, la Francia e gli altri Paesi europei non brillano certo per accoglienza e disponibilità a farsi carico del problema, se l’Italia ha imboccato una assurda strada di violazione delle regole comunitarie in materia economico-finanziaria, la Francia non è un esempio di correttezza ed ha fatto ripetutamente i “cazzi propri” leccando piedi e quant’altro alla Germania.

Sono perfettamente consapevole di non essere troppo complimentoso nei confronti dei cugini d’oltralpe, ma, quando ci vuole, ci vuole. Ognuno infatti ha le sue rogne da grattare o le sue gatte da pelare. Non vorrei che la presenza nel governo italiano di due disastrosi personaggi come Salvini e Di Maio, con tutto quel che ne segue, autorizzasse chiunque ad ergersi presuntuosamente a nostro maestro. Torniamo in ambito istituzionale e lì ognuno faccia la sua parte. Se la Francia ci aiuterà a liberarci dalla cappa grillo-leghista, le saremo grati. Se però insisterà con questi atteggiamenti altezzosi ed arroganti finirà col fare il loro gioco ed accentuare il nostro giogo.