I Preziosi…smi della deriva pallonara

Oggi entriamo al bar sport, non per parlare di politica, ma di calcio: si incontrano Juventus e Genoa nel campionato di serie A. Dietro questa partita ci possono stare due fatti comunque all’attenzione del pubblico: le presunte scorribande sessuali di Cristiano Ronaldo, diventato l’emblema della riscossa internazionale juventina e l’esonero da allenatore del Genoa di Davide Ballardini. Naturalmente il peso mediatico delle due vicende è molto diverso, anche se, calcisticamente parlando, ritengo molto più importante e interessante il caso Ballardini. Le accuse a Ronaldo pongono, sul piano etico, oltre l’eventuale responsabilità personale, la questione dell’utilizzo della notorietà e della “fama”: tutto è concesso e quasi perdonato ai personaggi famosi. Paradossalmente parlando, se un disgraziato immigrato tocca il sedere ad una ragazza seminuda, diventa automaticamente un abominevole delinquente da espellere dallo Stato assieme a tutti i suoi colleghi di sventura; se CR7 (con tutto il rispetto per la sua persona e con tutti i “se” del caso) stupra una ragazza è colpa della ragazza, che si è lasciata incantare dal fascino dell’uomo importante e seducente.

Ma volevo fare un altro discorso, vale a dire quello del costume nella gestione delle cose sportive: non interessa a nessuno – infatti non ho sentito e letto una parola di commento, da parte dell’esercito giornalistico sportivo – il licenziamento in tronco di Ballardini ad opera del bizzoso e strafottente presidente Preziosi. Il fatto è inspiegabile. Se stiamo ai parametri normali, la squadra stava andando bene, la classifica era assai promettente e rassicurante, si parlava di rivelazione appena prima della sconfitta interna col Parma. Poi, improvvisamente, arriva come un fulmine a ciel sereno la notizia del giubilamento dell’allenatore, un uomo peraltro a prima vista serio e corretto. Perché? Nessuno se lo è chiesto sinceramente e nessuno lo ha spiegato seriamente. Il presidente, uno dei tanti che vuole insegnare a tenere la penna (la bacchetta) in mano al direttore (all’allenatore), ha detto che Ballardini è scarso e non sa mettere i giocatori in campo. Ma mi faccia il piacere! La più bella dimostrazione della pretestuosità dell’esonero sta nella riammissione in carica del croato Ivan Juric, allenatore richiamato per la terza volta nelle ultime due stagioni: una buffonata!

Questo è il mondo del calcio al di là degli scarsissimi risultati della squadra nazionale, dovuti a mio modesto avviso non a carenze strutturali della federazione, ma alla scarsa qualità dei giocatori superpagati e incapaci di esprimere un livello calcistico dignitoso e competitivo. Non c’è serietà. Probabilmente Ballardini avrà rotto le scatole: sembra una persona schietta con un carattere forte e convinta delle proprie idee. Lo ritengo un episodio emblematico di un andazzo molto ben tollerato a livello mediatico e della tifoseria: i giornalisti si guardano bene dallo sputare nel piatto dove mangiano; i tifosi, lo dice il termine stesso, non ragionano, si limitano a fare il tifo e allora…

In conclusione a Ronaldo, prescindendo dalla sua colpevolezza ancora tutta da dimostrare, arrivano in chiaro e in scuro attestati di subdola e stupida comprensione; di Ballardini non frega niente a nessuno, tanto prima o poi troverà il modo di accasarsi in qualche altra squadra. Così va il mondo del pallone. Un pallone che va sempre più nel pallone.