I furbetti del governino

Me l’aspettavo e puntualmente è arrivata! Erano troppo serie, equilibrate e incoraggianti le dichiarazioni di Mario Draghi per non essere respinte con presunzione, cattiveria e ignoranza. Forse sarebbe meglio cambiare la successione: ignoranza, presunzione e cattiveria. Ma andiamo con ordine.

Durante la conferenza stampa seguita alla riunione del consiglio direttivo della Bce, Mari Draghi con la sua invidiabile calma, con altrettanta serietà di analisi e con grande e diplomatica mano tesa all’Italia si è soffermato ed ha brevemente sviluppato tre innegabili concetti. È partito da una constatazione di buon senso: “Nei Paesi ad alto debito è essenziale il pieno rispetto delle regole del Patto di stabilità e di crescita per salvaguardare i livelli di fiducia”. Tradotto volgarmente: se sei pieno di debiti, devi dare almeno l’impressione di comportarti correttamente per sperare che i creditori sperino di essere rimborsati.

In secondo luogo il presidente della Bce ha opportunamente, anche se molto cautamente, parlato dei problemi delle banche: “Su quale sia esattamente l’impatto degli aumenti dei tassi delle emissioni pubbliche italiane sulle banche non ho la sfera di cristallo. Si parla di 200 o 300 miliardi di euro in portafoglio. Certamente sono nei bilanci e se si svalutano pesano sui livelli patrimoniali. Inoltre gli aumenti dei tassi di interesse sui titoli di Stato dell’Italia automaticamente riducono i margini espansivi del bilancio”. Tradotto in parole povere: la svalutazione dei titoli pubblici italiani conseguente alla reazione sfiduciata dei mercati influisce sul bilancio delle banche che li hanno in portafoglio e gli istituti di credito dovranno compensare queste minusvalenze con misure che tenderanno a restringere i prestiti alla clientela e/o li renderanno più redditizi per le banche stesse, ma più onerosi per famiglie e imprese. Quanto al maggior onere che lo Stato dovrà sostenere per finanziarsi, questo peserà sul bilancio e quindi andrà a ridurre ulteriormente le possibilità di manovra a livello di crescita e sviluppo.

Da ultimo, in punta di forchetta, ha lanciato un messaggio ed un consiglio ai governanti italiani: “Sono fiducioso che un accordo verrà trovato. Bisogna abbassare i toni, non mettere in discussione l’esistenza dell’Euro e poi fare politiche che abbassino lo spread”. Della serie: non tutto è perduto, basta usare un po’ di diplomazia, non sparare a vanvera e dare segnali tranquillizzanti ai mercati.

Ho subito pensato ad alta voce: meno male che c’è Draghi! Ci sta parando qualche colpo e ci sta dando una bella mano, come del resto ha fatto in questi anni. Vuoi vedere che lo rimbeccheranno in malo modo?! Pensato e immediatamente confermato dai fatti. Luigi Di Maio ha reagito così: “Secondo me siamo in un momento in cui bisogna tifare Italia e mi meraviglio che un italiano si metta così ad avvelenare il clima ulteriormente.  Draghi può dire quello che vuole, ma è singolare che vedo più rispetto da alcuni ministri tedeschi”. Non ha capito niente di niente oppure, se ha capito, è in mala fede. In precedenza Matteo Salvini si era già espresso sulle dichiarazioni di Draghi: “Anch’io sono per un accordo, ma sulle nostre posizioni”.  Ha capito tutto, ma preferisce fare il furbetto del governino. Ma chi credono di essere? Non so, so soltanto cosa sono…