Stiamo cadendo nel gorgo delle mafie russo-americane?

Spesso serve fare un passo indietro a livello di memoria storica: riandiamo al maggio 2018 in piena bagarre per la formazione del nuovo governo. Il Presidente della Repubblica, pur prendendo atto di una tardiva, faticosa e rissosa prospettiva di un governo tra M5S e Lega, pur accettando di affidare la presidenza del Consiglio ad una figura di profilo piuttosto ermetico, il professor Giuseppe Conte spuntato dal cilindro grillino e  “bevuto amaramente” dalla Lega, si impunta (giustamente) sul nome di un ministro dell’economia alquanto sbilanciato in senso euroscettico: usando i poteri che la Costituzione gli affida dice un no motivato a Paolo Savona per quel dicastero e lo spiega pubblicamente in modo piano e chiaro. I due partiti del potenziale nuovo governo si impuntano e la situazione sembra orientata verso lo sbocco di un governo tecno-presidenziale di breve transizione per arrivare in tempi stretti a nuove elezioni politiche.

In quel momento si scatena una scorretta e sleale azione di colpevolizzazione verso Sergio Mattarella arrivando persino da parte di Luigi Di Maio alla farneticante richiesta di messa in stato d’accusa del Presidente della Repubblica per alto tradimento o per attentato alla Costituzione. Sappiamo tutti come andò a finire: con un vergognoso voltafaccia da parte di chi prometteva fulmini e saette e con la paziente e meritoria opera di ricupero della situazione da parte di Mattarella.

In questi giorni emergono elementi inquietanti e gravissimi su questa vicenda: dopo che Luigi Di Maio aveva chiesto la messa in stato d’accusa del Capo dello Stato, migliaia di profili Twitter bombardarono la Rete con la stessa parola d’ordine “MattarellaDimettiti” e la rete, questo lo si sapeva da tempo, divenne lo sfogatoio indecente di offese gratuite e pesanti all’indirizzo di Sergio Mattarella. Furono scritte e divulgate parole irripetibili e offensive al limite dell’incredibile.   Sembra che gli attacchi web fossero concertati e ispirati dall’azione di agenti stranieri russi sotto copertura, i quali usavano quei profili per continuare a far filtrare nel nostro Paese la propaganda a favore dei partiti populisti, dei sovranisti e degli anti-europei. Discorsi che avevano un precedente riguardante l’influenza sugli inglesi in occasione del referendum Brexit e sulla candidatura di Donald Trump alle elezioni americane. Siamo in presenza di ipotesi, che negli Usa stanno avvelenando la presidenza Trump e condizionando il suo comportamento nei rapporti interni e internazionali. Non si saprà mai la verità perché quando ci sono di mezzo i servizi segreti (o robe del genere) tutto rimane avvolto nelle nebbie. Staremo comunque a vedere gli esiti dell’inchiesta aperta dalla Procura di Roma e dall’indagine affidata al pool di magistrati che si occupa dell’antiterrorismo.

Al di là delle responsabilità a livello legale ancora tutte da dimostrare, a livello politico si pongono degli interrogativi di una gravità eccezionale. Il nostro Paese ad opera di M5S e Lega è trascinato nella deriva populista, sovranista ed antieuropea con il padrinaggio Trumpiano e Putiniano e con l’appoggio dei paesi del patto di Visegrad? Se ne parlava da tempo, se ne parlò durante la campagna elettorale, se ne vede qualcosa in filigrana nella tempesta web dello scorso maggio, se ne deduce qualcosa dal precipitoso bacio della pantofola trumpiana da parte di un frastornato e frastornante Giuseppe Conte in veste di improbabile statista. Ce ne rendiamo conto? Io, oltre ad essere dispiaciuto per l’atteggiamento inaccettabile verso il Capo dello Stato, sono molto preoccupato per la collocazione dell’Italia nel contesto europeo ed internazionale. Se mai dovesse avere qualche ragione chi analizza e contestualizza tutto nelle lotte fra poteri forti, potremmo trovarci in mezzo ad un duello fra quelli filoeuropei e filooccidentali e quelli populisti, casinisti e filomafiosi russo-statunitensi. Pur rifiutando questa drammatizzazione globale della politica, se proprio dovessi scegliere starei dalla parte di Mario Draghi, della Ue e di Sergio Mattarella. Vadano in malora i saltafossi anti-establishment nostrani e mondiali!