La matematica e la letteratura

La miglior difesa è l’attacco, cantare a squarciagola è più facile che modulare i suoni e i toni. Se sull’argomento immigrazione il palcoscenico governativo è tenuto saldamente dalla Lega, sul triste e drammatico tema della sicurezza strutturale, scatenato dal recente disastro del ponte genovese, il proscenio è riservato al M5S ed ai suoi loquaci rappresentanti. Gli atteggiamenti pentastellati sono sostanzialmente due: buttare fango (a prescindere) su chi ha governato in precedenza; tenere alto comunque il tono della polemica, cioè gridare per coprire le voci altrui e soprattutto il proprio vuoto di idee e contenuti.

La matematica non è mai stata il mio forte, ma ritengo che esista un teorema grillino.   Un teorema è una proposizione che, a partire da condizioni iniziali arbitrariamente stabilite (ipotesi), trae delle conclusioni (tesi), dandone una dimostrazione. Nel caso in questione l’ipotesi/ tesi buttata in campo immediatamente è la seguente: tutta colpa di Benetton, che ha pensato agli affari, che non ha mantenuto gli impegni contrattuali, che è stato favorito dal potere politico e ha foraggiato il PD. Occorrerebbe una dimostrazione per arrivare alla tesi: per costruzione (attraverso una serie di implicazioni logiche); per assurdo (confutando una tesi sbagliata e dimostrando che essa entra in contrasto con l’ipotesi); per induzione (se il teorema vale per il primo elemento vale anche per i successivi).

L’ipotesi pentastellata è che la politica portata avanti in passato abbia la responsabilità del disastro avvenuto e di eventuali disastri dietro l’angolo. Dovrebbe arrivare però la dimostrazione per poter concludere con la tesi che le colpe sono di Benetton e del PD. Senonché la dimostrazione è quanto meno carente: non è certo costruttiva nel senso che non è logica, infatti la politica non è necessariamente affarismo, quest’ultimo ne è soltanto una degenerazione; non è adottabile per assurdo, infatti la buona politica non implica automaticamente l’innocenza e la correttezza dei protagonisti diretti e indiretti; non è applicabile a cascata, se infatti la politica si deve occupare della sicurezza delle strutture non è detto che l’insicurezza dipenda dalle carenze della politica.

Ho fatto questa strana e cervellotica dissertazione per arrivare a concludere che i grillini non riescono ad andare oltre una generica e strumentale denuncia da cui deducono arbitrariamente responsabilità di Tizio e Caio: il metodo si basa sull’urlo della protesta, poco importa se sotto di essa non c’è niente o se ci sono addirittura contraddizioni e incoerenze. Non ricado nello stesso loro errore ritenendo aprioristicamente corretto Benetton e assolvendo pregiudizialmente i governanti del passato (il Pd in particolare, che sta tanto sulle scatole ai grillini). Ognuno si dovrà assumere le proprie responsabilità al di fuori però delle sbrigative opinioni pentastellate. Tra l’altro, come mai, se il Partito Democratico ha così gravi colpe, il M5S, tutto sommato, era possibilista sulla stipulazione con esso di un contratto di governo. Proviamo a ipotizzare una simile eventualità: oggi cosa direbbero i grillini? Metterebbero in crisi il governo PD-M5S, ripiegherebbero su altri cervellotici teoremi o assolverebbero il nuovo PD da loro certificato colpevolizzando quello di Renzi, così come stanno facendo con la Lega da loro redenta criminalizzando solo Berlusconi e c.?

Come inizio del cambiamento non ci siamo. Non vale la regola secondo cui chi grida contro i difetti altrui e automaticamente perfetto e credibile. Ma prima che il prosciutto cada dagli occhi degli elettori ci vorrà il suo tempo: per capire che la “letteratura” dell’antipolitica non può soppiantare la politica.