I grillini ingigantiscono lo psiconano

«Non accetto lezioncine. Hanno governato 5 anni e hanno avuto le loro opportunità»: così il ministro Luigi Di Maio in piccata risposta alle critiche del Partito Democratico (non so cosa pensi di Forza Italia, probabilmente pensa di aver chiuso il discorso con l’ostracismo a Berlusconi). Non entro nel merito di questo penoso (non) dibattito, ma voglio fare solo qualche osservazione, prendendo le mosse dai rapporti che in uno stato democratico parlamentare dovrebbero esistere fra maggioranza e opposizione.

Occorre però fare una premessa: l’attuale maggioranza, che esprime e sostiene il governo Conte, non è fatta di verginelle inappuntabili, ma anche di una forza politica, la Lega, che ha governato dal 1994 al 2018, seppure in coalizione e non continuativamente, per ben 3.823 giorni, pari a 10 anni e mezzo. Vediamo nel dettaglio:

Governo Berlusconi I dal 10 maggio 1994 al 17 gennaio 1995 (252 giorni): la Lega Nord era in maggioranza (forza preponderante nei seggi all’interno della coalizione di centro-destra) ed esprimeva 5 ministri (Maroni – vice-presidente e Interno; Comino – Coordinamento delle politiche UE; Speroni – Riforme istituzionali; Pagliarini – Bilancio e programmazione economica; Gnutti – Industria, commercio e artigianato) e 9 sottosegretari.

Governo Dini (governo tecnico) dal 18 gennaio 1995 al 17 maggio 1996 (486 giorni): la Lega Nord era in maggioranza (unico partito favorevole del centro-destra).

Governo Berlusconi II dal 22 giugno 2001 al 23 aprile 2005 (1.412 giorni): la Lega Nord è in maggioranza ed esprime 3 ministri (prima Bossi e poi Calderoli – Riforme istituzionali; Castelli – Giustizia; Maroni – Lavoro e politiche sociali) e 6 sottosegretari.

Governo Berlusconi III dal 24 aprile 2005 al 17 maggio 2006 (390 giorni): la Lega Nord è in maggioranza ed esprime 3 ministri (Calderoli – Riforme istituzionali e devoluzione; Castelli – Giustizia; Maroni – Lavoro e politiche sociali) e 8 sottosegretari.

Governo Berlusconi IV dall’8 maggio 2008 al 16 novembre 2011 (1.283 giorni): la Lega Nord è in maggioranza ed esprime 3 ministri (Bossi – Riforme per il federalismo; Calderoli – Semplificazione normativa; Maroni – Interno), 1 viceministro e 4 sottosegretari.

Archiviamo così la castità dorotea dei leghisti, i quali si nascondono dietro il cambio di nome del loro partito, da Lega Nord a Lega: sarebbero a loro dire un’altra cosa, si sarebbero sottoposti a chirurgia estetica, anche se le magagne, rughe e cicatrici, si vedono tutte e sono persino aumentate.

I grillini hanno fatto un piacere a Salvini, scaricando il passato sul groppone di Berlusconi, ed a se stessi (o loro stessi come dir meglio si voglia), ergendosi a unici baluardi del rinnovamento, trascinando in ciò i leghisti new look. Ammettiamo, per pura ipotesi, che i cinque stelle meritino rispetto e incoraggiamento per la loro improvvisa(ta) salita al potere: non per questo debbono sentirsi pregiudizialmente esenti da critiche, rinviando sdegnosamente al mittente ogni e qualsiasi appunto proveniente da forze politiche, che hanno assunto responsabilità di governo nel passato. Innanzitutto bisognerebbe operare un raffronto tra chi qualcosa ha comunque fatto e chi non smette di fare annunci, sparare promesse e sputare sentenze.

In secondo luogo l’anima della democrazia sta proprio nel rapporto dialettico e nel confronto, anche aspro, fra maggioranza e opposizione: in certi stati si parla di governo-ombra dell’opposizione, al fine di sottolineare e quasi istituzionalizzare l’apporto della minoranza. Niente da fare: per i grillini l’opposizione è un inciampo bocciato dalle urne e quindi deve tacere. Qualcuno, a livello M5S, arriva a vagheggiare il superamento del parlamento e l’elezione dei parlamentari a sorteggio (se non è zuppa e pan bagnato).

L’opposizione non deve essere aprioristica, faziosa e semplicistica, ma ci deve essere: guai se non fosse così. In triste conclusione non posso evitare di ricordare quanto affermato da Silvio Berlusconi in riferimento ai grillini: sono dei parvenu, degli incapaci, li manderei a pulire i cessi di mediaset. A malincuore, giorno dopo giorno, devo ammettere che aveva ragione: sul piano democratico, istituzionale, politico, programmatico, parlamentare e governativo. Ci volevano solo i cinque stelle a rivalutare clamorosamente lo psiconano…