Due leghe sotto sequestro

Ho sempre avuto una certa simpatia (non politica) per Umberto Bossi, che si è, via via, accresciuta con la sua menomazione fisica, con le accuse rivoltegli in merito alla gestione dei fondi neri della lega Nord e la sua conseguente condanna in primo grado e soprattutto con la sua brutale e irriguardosa emarginazione dal nuovo corso del partito e della nuova politica leghista completamente cambiata in chiave salviniana. Tempo fa ritenevo che Lega significasse Bossi e senza Bossi non potesse esistere la Lega, di cui lui era il capo carismatico per eccellenza. Come al solito mi sono sbagliato e Bossi, indebolito nel fisico, toccato persino negli affetti familiari, probabilmente ingannato da personaggi senza scrupoli, sotto processo per reati da cui probabilmente è lontano mille miglia, è stato spazzato via dal nuovo corso salviniano senza tanti complimenti e senza alcun rispetto. Non c’è cosa che mi renda simpatici i capi come la cattiveria dei loro successori.

Nel bel mezzo del cammin della nuova Lega arriva da pagare un primo, anche se provvisorio, conto alla giustizia: il sequestro di 49 milioni di euro a copertura dei danni causati dalla tesoreria truffaldina della Lega Nord ai tempi di Bossi. Apprendo dalla stampa che, probabilmente anche in vista di questi rischi giudiziari, il partito ha voltato pagina e si sarebbe costituita una seconda Lega, che, politicamente e finanziariamente, non avrebbe niente da spartire con la prima: un comodo escamotage per cambiare le carte in tavola senza sporcarsi le mani.   La lega ha governato per anni assieme a Berlusconi, ma fa finta di avere un’assoluta verginità e una totale irresponsabilità per il passato; adesso farà finta di non avere niente a che fare con i guai giudiziari di Bossi e c. anche se l’attuale classe dirigente leghista non viene certo dalla luna; ora ha sposato cause che la allontanano sempre più da una destra ragionevole e moderata anche se mostra lo specchietto per le allodole di un’alleanza di centro-destra di pura facciata.

Gli italiani continuano imperterriti a mangiare la panna montata, dimostrano una insolita generosità di giudizio verso Salvini, lo godono a prescindere, lo sentono come uno di loro, che, seduto al bar, sciorina le più grandi cazzate con una disinvoltura da far invidia alle più belle facce di tolla della storia, lo hanno investito del ruolo di salvatore della patria. Un tempo una mossa come quella della Corte di Cassazione, volta e sequestrare i fondi del partito per una cifra enorme, avrebbe sputtanato immediatamente i destinatari, oggi suona come un tentativo di bloccare la novità, come una manovra che tenta di ribaltare l’esito elettorale. In questo Salvini è perfettamente in linea con le teorie complottiste berlusconiane. Se colpa ci sarà, la butteranno addosso a Bossi: un motivo in più per rottamarlo definitivamente.

Non sono assolutamente interessato ad approfondire queste vicende giudiziarie, non penso sia il caso di strumentalizzarle, non sono né giustizialista né garantista per partito preso, quando le persone, anche i politici, sono sotto processo, mi sembra inaccettabile infierire su di esse. Voglio solo rimarcare certe clamorose incoerenze, certi comportamenti politici sbrigativi, certo purismo improvvisato e soprattutto certo indecoroso scaricabarile.