Il tête-a-tête fra Salvini e Di Maio

Quando decisi, dopo sofferta valutazione, di dimettermi dal posto di lavoro che ricoprivo, per sopravvenute e comprovate incompatibilità di vedute, all’ultimo minuto, in zona-Cesarini per dirla con linguaggio calcistico, mi giunsero delle proposte da personaggi che, in buona fede tentavano di trattenermi senza averne l’autorità e il potere: ero tentato di ascoltarli, ma per fortuna mi venne in soccorso la saggezza di una collega, che mi stimava veramente e mi voleva molto bene, la quale mi consigliò di lasciare perdere e di decidere di testa mai senza farmi fuorviare da proposte confuse e illusorie. Seguii il consiglio e andai per la mia strada.

Mi è venuto spontaneo questo riferimento personale ascoltando la proposta di Luigi Di Maio, sparata, per continuare ad usare metafore calcistiche, nei minuti di recupero, forse addirittura quando l’arbitro ha il fischietto in bocca per chiudere la partita della formazione del nuovo governo. Si tratterebbe di un patto tra M5S e Lega, basato su due punti: evitare governi tecnici, che nascano al di fuori delle logiche di partito e che quindi non abbiano connessione col Paese reale, mettendo in campo “gente che metta testa e cuore in quello che fa”; scegliere il Presidente del Consiglio in un summit tra Salvini e Di Maio con disponibilità a ripiegare di comune accordo su terzi personaggi.

Ammetto che la più bieca abilità dialettica non faccia difetto al presunto leader grillino: la racconta bene, e fin qui niente di strano, il problema è piuttosto che una larga fetta di italiani ci crede e lo vota. Ma torno rapidamente ai punti di cui sopra. Sul fatto che per governare, così come per svolgere qualsiasi incarico professionale, serva testa e cuore, non ho alcun dubbio, ma mi sembra una fandonia bella e buona che questo prerequisito sia monopolio di Salvini e Di Maio e che sia oggettivamente da escludere in capo a personaggi non provenienti dalla politica in senso stretto ed eventualmente incaricati dal Capo dello Stato di dar vita ad un governo al di fuori della ristretta logica delle alleanze politiche.

Per fare un esempio: è connesso con gli elettori chi mette superficialmente e velleitariamente in discussione, a corrente alternata, l’appartenenza dell’Italia alla UE e/o all’Euro oppure chi può lavorare con preparazione, esperienza e competenza per rimanere agganciati in tutto e per tutto alla logica europea? Lasciamo quindi perdere questi richiami demagogici e populistici “alla testa ed al cuore”. Per poter mettere testa e cuore in quello che si fa, bisogna averli personalmente a disposizione e siccome non esistono apparecchi atti alla misurazione di questi elementi, meglio lasciar perdere…

Vengo al secondo punto: la scelta a tavolino del capo del governo, in un inquietante tête-a-tête fra Salvini e Di Maio. Qui andiamo decisamente fuori del seminato costituzionale e della conseguente e consolidata prassi: l’incarico è una prerogativa del Presidente della Repubblica che, a sua totale discrezione, sente al riguardo i rappresentanti delle forze politiche presenti in Parlamento. Quanto prefigura Luigi Di Maio suona oltre tutto come una provocazione bella e buona al Capo dello Stato, una sorta di paradossale inversione dei fattori che tende a cambiare il prodotto: anziché essere il presidente che mette i partiti di fronte alle loro responsabilità (cosa peraltro fatta ripetutamente con stile e misura indiscutibili), sono gli inconcludenti partiti a parlare sguaiatamente nella mano del presidente e ad ostacolarne e condizionarne le mosse.

Siamo proprio agli sgoccioli della democrazia, prigionieri dei tatticismi di chi non sa nemmeno dove sta di casa la politica. L’articolo uno della Costituzione recita: “La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”. A proposito di forme e limiti non scritti recupererei a questo livello il criterio suggerito da Di Maio: per partire col piede democratico giusto, quando si vota, bisognerebbe usare la testa e il cuore. Non sono per nulla sicuro che gli italiani abbiano votato facendo funzionare gli organi suddetti, mi auguro recuperino quanto prima il pieno possesso delle loro facoltà mentali e sentimentali.