Il laboratorio Italia con i tecnici organici

Il movimento cinque stelle ha molte caratteristiche in comune da una parte col berlusconismo, dall’altra col comunismo. La sua nascita come vero e proprio esperimento in laboratorio, la sua storia come azienda partito, il suo odio-amore mediatico, il suo leaderismo spinto, la sua spregiudicata ricerca del consenso, la sua invenzione di una classe dirigente improvvisata e pressapochista, manovrabile e strumentalizzabile, il suo percorso, anomalo ma insistito, verso il potere a tutti i livelli ne fanno, in un certo senso, una edizione riveduta e scorretta del berlusconismo. Il suo centralismo informatico, la sua pesantissima disciplina interna, le sue continue epurazioni e purghe, il suo anacronistico stile antisistemico, il suo oscillare tra la piazza e le istituzioni, il suo parlare stucchevolmente con un’unica voce, il suo negare l’evidenza, il suo richiamarsi alla differenza etica, ne fanno invece un movimento avvicinabile al comunismo italiano prima-maniera. Se chi lo ha votato crede di avere cambiato la storia politica italiana, ha sbagliato grosso, perché ha soltanto rimasticato il passato spacciato per futuro.

I metodi e gli stili della politica tradizionale vengono sdegnosamente rifiutati, salvo essere frettolosamente adottati quando le convenienze lo impongono: quel che era da rifiutare in blocco, viene rivalutato e riproposto dal movimento. Una sorta di invito ad accettare acriticamente quanto viene detto da un vertice, sgusciante ma ben presente, e a non soffermarsi su quanto viene fatto perché operato in nome di un fine superiore.

Il governo dei tecnici è un tabù, un tradimento della volontà popolare, una subdola difesa dei poteri forti, una manovra di regime. Non se ne deve nemmeno parlare! Salvo poi ricaderci dentro per indorare la pillola di un governo politicamente impresentabile. I tecnici tradizionali, quelli scelti da Napolitano o Mattarella, sono schiavi di regime, gente che lega l’asino dove vuole il padrone, mentre quelli organici al movimento vanno benissimo. Teorie gramsciane senza base ideologica e senza strategia politica.

Non so se un premier tecnico e/o i ministri tecnici saranno la ciliegina sulla torta di un governo combinato, più o meno come si faceva un tempo per i matrimoni di interesse. Non so se il presidente Mattarella accetterà questi tecnici organici in balia dei politici, i quali tirano il sasso e nascondono la mano. Non so se questi esponenti dell’intellighenzia di supporto saranno di gradimento a livello europeo, se sapranno mantenere il Paese in carreggiata evitando sbandamenti, se potranno garantire una navigazione tranquilla per il Paese. Una cosa so: avranno tali e tanti vincoli programmatici, provenienti da un accordo calato sulle loro teste, al punto da dover governare in nome e per conto dei due partner di maggioranza a cui rispondere ad ogni “pisciata di cane”. D’altra parte il cosiddetto contratto, se fosse stato stipulato da altre forze politiche, non sarebbe un inaccettabile compromesso, un vomitevole mercanteggiamento, un accordicchio fatto per guadagnare tempo e voti? Stipulato e firmato da Di Maio e Salvini diventa un compromesso ai più alti livelli, una risposta ai bisogni del Paese, un cambio di stile nella politica italiana.

I pentastellati puntano sul prerequisito dell’onestà, ammesso e non concesso che sia loro monopolio. Io preferisco puntare sul requisito della credibilità e della coerenza e questo non è certamente il loro forte. Quando si è disperati, si è portati a concedere fiducia al più abile degli imbonitori. Sul fatto che leghisti e grillini siano degli imbonitori non ho il minimo dubbio, sul fatto che gli italiani siano disperati mi permetto di dissentire. Avere dei seri e gravi problemi non vuol dire “buttare il prete nella merda”, consegnare il Paese in mano a dilettanti che si spacciano per professionisti, provare scriteriatamente a fare esperimenti. Che Casaleggio abbia concepito e portato avanti il movimento come esperimento è molto chiaro, ma che gli italiani trasformino il loro Paese in un laboratorio a servizio di Casaleggio e Grillo non posso accettarlo.