La chimica dei fantocci e la chirurgia delle Onu

Spirano venti di guerra e c’è da preoccuparsi non poco. Non mi riferisco alle ridicole scaramucce verbali tra Salvini e Di Maio: è da oltre un mese che non fanno altro e non riesco a immaginare come la prenderanno i loro elettori. Guardo invece alla Siria che è diventata la triste sintesi delle tensioni di tutti i guerrafondai del mondo. Mi fanno persino sorridere le scandalizzate reazioni al probabile uso di armi chimiche: la guerra è guerra e se ci si mette in questa logica non ci sono limiti.

Mi si potrebbe controbattere che il mondo è sempre stato così e sempre lo sarà. Non accetto questa colpevole rassegnazione che finisce col portare acqua al mulino della guerra continua. Mi sto chiedendo tuttavia perché in me, in questa fase storica, sia molto più forte il senso di insicurezza e di angoscia. La situazione nello scacchiere internazionale è certamente molto complessa ed intricata, sono saltati gli schemi, alla guerra fredda si è sostituita la guerra strisciante, ma c’è un elemento che mi sconvolge e tende a togliermi ogni e qualsiasi speranza: all’equilibrio fra Usa e Urss basato sul terrore si è sostituito l’equilibrio fra Usa e Russia basato sulla follia di personaggi squallidi come Trump e Putin.

Ad un’America demenzialmente consegnata a un cretino vestito da presidente risponde una Russia tristemente messa in mano ad un post-comunista che riassume in sé il peggio del comunismo e del populismo. Il fantoccio siriano Assad, come spesso è accaduto nella storia, è soltanto lo sfogo di tutti gli impulsi di guerra presenti, la marionetta dietro cui si nascondono i burattinai. Intanto comunque l’Onu fa la barba al palo della porta guerresca.

Cosa farà la Gran Bretagna? Quel che ha sempre fatto! La guerra, dandola pedissequamente su agli Sati Uniti! Cosa farà la Francia? Quel che ha sempre fatto! I propri comodi! Temo che al riguardo Macron non sia molto diverso da Sarkozy. Cosa farà l’Europa? Niente, non riuscendo ad esprimere un minimo di strategia. Cosa farà l’Italia? Non sono in grado di rispondere. Certamente meglio di quanto abbia fatto in passato, portando il Paese ed il mondo alla seconda guerra mondiale. Aggiungiamoci la mina vagante di una Cina sempre più vicina. Per non parlare del terrorismo di matrice islamica che fa da copertura e paravento a tutte le operazioni più sporche, alle alleanze più strane, alle strategie più invasive.

Il presidente americano Donald Trump ha avuto un colloquio telefonico con il suo omologo francese Emanuel Macron per continuare a coordinarsi sulla risposta “all’atroce uso di armi chimiche in Siria”.  I due leader hanno espresso il desiderio di “una ferma risposta” da parte della comunità internazionale sul caso. Così sto leggendo su televideo. Da queste notizie non mi sento affatto tranquillizzato. Qualcuno dà a Obama la responsabilità di non essere intervenuto per tempo in Siria. Io personalmente rimpiango Obama e le sue titubanze, anche perché le smanie interventiste, anche quelle apparentemente motivate dall’uso di armi chimiche, sappiamo benissimo dove ci portano: ad allargare i conflitti e a ridurre i già ristrettissimi margini per un minimo di coesistenza pacifica. Non fu la detenzione di armi nucleari il motivo per scatenare la guerra contro l’Iraq? Poi si scoperse che questa dotazione non esisteva. Le guerre giuste non esistono, ma non esistono neanche quelle opportune o quelle che vengono fatte quale male minore. La guerra è sempre e comunque il male maggiore, il male assoluto.

Sono partito irridendo alla guerra tra i vincitori delle ultime elezioni con il sempre più probabile sbocco di un governo di tregua tra (quasi tutti) i partiti, promosso da Sergio Mattarella nella sua funzione di Presidente della Repubblica. Sarà un po’ la nostra Onu, che forse riuscirà a mettere in un angolo Salvini e Di Maio. Peccato che la vera e propria Onu non sia in grado di mettere in un angolo Trump e Putin.