Gli esami non finiscono mai

Bene o male il 04 marzo scorso gli elettori italiani hanno fatto l’esame alle forze politiche e mi piace leggere il referto in termini piuttosto riduttivi: PD rispedito con severità a studiare e ad esercitarsi meglio nell’arte di governare in nome della sinistra; Centro-destra rimandato alla prossima sessione per averla saputa raccontare bene dopo aver razzolato male; M5S promosso con uno striminzito diciotto dato in fiducia quasi cieca, una sorta di sei politico di contestatrice memoria sessantottina.

A proposito di voto striminzito, torno all’autunno del 1969, quando affrontai, nell’ambito del primo anno di corso della facoltà di economia e commercio, l’esame di Matematica generale: dopo una prova scritta stiracchiata coi denti ed una articolata interrogazione orale assai travagliata, la professoressa che presiedeva la commissione guardò attentamente i report dei colleghi e il breve ma soddisfacente curriculum iscritto nel mio libretto. «Come mai una prova così scialba?» mi chiese con garbato e materno atteggiamento. Trovai ben tre giustificazioni: la matematica generale non era materia di studio a livello dell’istituto tecnico commerciale da cui provenivo; non avevo potuto frequentare le lezioni in quanto avevo seppur provvisoriamente lavorato come impiegato in un’azienda parmense; avevo provato a studiare sui testi e sugli appunti, ma la preparazione era quel che era. La professoressa apprezzò la mia franchezza e bonariamente mi propose un generoso “diciannove”, che accettai dichiarando il mio impegno a migliorare strada facendo: non dico quanta fatica feci per rimediare a quel voto così basso e portarmi ad una media che mi consentisse di laurearmi in modo soddisfacente.

Ebbene dopo l’esame elettorale i partiti italiani si presentano ad una seconda prova, quella austera e protocollare del Quirinale, tronfi dei loro presunti successi, impermaliti dei loro insuccessi, troppo sicuri di sé, molto convinti di essere all’altezza del compito. Il PD sembra presentarsi a mani vuote senza velleità di riconquistare immediatamente la promozione e preferendo rinviare l’esame a data da destinarsi. Il centro-destra non è andato a lezione di moderatismo e di equilibrio ed insiste nelle sue sparate a memoria di cose orecchiate ed imparate a pappagallo. Il M5S pago del suo diciotto pretende di passare il successivo esame per grazia ricevuta e pretende la continua promozione al buio, vale a dire su una fiducia tutta da guadagnare. In buona sostanza leghisti e grillini continuano a puntare sulla promozione ottenuta per via del bestiame (le galline dell’anti-immigrazione e del reddito di cittadinanza regalate a piene mani agli esaminatori).

Cosa farà il professor Mattarella? Riuscirà a convincere i democratici a mettere a frutto immediatamente quel poco o tanto che hanno imparato? Riuscirà a persuadere il centro-destra ad abbassare l’asticella delle pretese accumulate in demagogica teoria per concretizzarle in pratica cultura di governo? Riuscirà a riportare i grillini a più miti consigli ed a tentare di conquistare la fiducia sul campo senza accampare il diritto di essere comunque i primi della classe?  Riuscirà a recuperare la situazione o dovrà rinviare tutti ad un nuovo ravvicinato esame-finestra da parte dei cittadini? Il Quirinale concluderà la sua funzione con un giudizio di rinvio di tutti alle urne per un esame più approfondito della questione?

Se il mio esame di Matematica generale fu un mezzo disastro, ripiegato in corner dalla bontà della professoressa, l’esame di Diritto pubblico stava per naufragare con tanto di incazzatura del docente. Mi salvai in quanto, alla prima risposta sbagliata che diedi, riuscii tuttavia a dare un senso razionale, spiegando il perché e il percome della mia fallace analisi. Il professore si calmò, capì che avevo studiato, l’interrogazione proseguì e conquistai un bel ventotto. Riuscire a ragionare e argomentare in umiltà è sempre la miglior strada percorribile. Di fronte al Presidente della Repubblica le forze politiche ed i loro esponenti vedano di ragionare, non diano per scontato ciò che non lo è, ammettano i propri limiti e presentino le loro soluzioni. Vedremo come andrà a finire…con tanta fiducia nell’esaminatore e con poca stima per gli esaminandi.