Come Dracula all’Avis

La situazione politica italiana non promette niente di buono. Tutti guardano al Quirinale sperando che Sergio Mattarella possa estrarre il coniglio dal cilindro: ha sicuramente il cilindro dell’esperienza, le mani svelte della sensibilità politica, la flemmatica convinzione di un ottimo prestigiatore, ma se il coniglio non c’è non c’è. Tuttalpiù potrà scoprire i giochi di prestigio dei partiti, oppure indurli a cambiare gioco, da quello dell’oca con inevitabili ritorni daccapo al bingo (tombola) dei numeri elettorali che non portano da nessuna parte.

Proviamo, solo per un attimo, ad ipotizzare un governo M5S-Lega, tutto sommato voluto, seppure indirettamente, dagli elettori. Presidente del Consiglio sarebbe Luigi Di Maio il quale forse non sa nemmeno dove sta Palazzo Chigi, tanto è la sua idiosincrasia col Palazzo. Vice-presidente non potrebbe che essere Matteo Salvini: dirà sempre il contrario del presidente, perché è abituato così e gli riesce anche bene. I ministri spettanti al M5S dovrebbero essere quelli noti e anticipati con un colpo di mano al Presidente della Repubblica prima delle elezioni: sono tutti fior di scienziati, esperti e tecnici sottoposti ad un test di fede grillina. I ministri di espressione leghista occuperebbero, stando agli irrinunciabili desiderata salviniani, gli Interni (per varare un piano di rimpatrio generale per tutti gli extra-comunitari in sovrappiù), l’Agricoltura (per sganciarla dai penalizzanti meccanismi comunitari), Economia e finanze (per introdurre la flat tax), la Sanità (per rendere facoltativi i vaccini), la Giustizia (per consentire di sparare a vista per legittima difesa).  A Di Maio, data la grande autorevolezza del premier a livello internazionale, andrà anche l’interim del Ministero degli Esteri. Consiglio comunque a tutti di esercitarsi nella previsione dei nomi degli occupanti delle varie caselle ministeriali: un giochino istruttivo, che però magari era meglio fare prima di recarsi al voto, ma ci si può divertire ancora.

Un quadro su cui fare dell’ironia, consapevoli che comunque, come quasi sempre succede, la realtà sarà peggiore di qualsiasi immaginazione. Al manuale Cencelli si sostituirà il manuale Casaleggio. Il manuale Cencelli, dal nome di un funzionario DC che lo aveva elaborato, è diventato un’espressione giornalistica, spesso usata in senso spregiativo per alludere a nomine ed assegnazione di ruoli politici o governativi effettuate in una mera logica di spartizione, in assenza di meritocrazia, tra esponenti dei vari partiti o correnti in proporzione al loro peso elettorale. Il manuale Casaleggio prevede invece l’assegnazione di incarichi politici sulla scorta di sondaggi operati sul web a livello degli iscritti e simpatizzanti al M5S: una manciata di voti bastano e avanzano per andare in Parlamento.

In questo periodo ho scelto di astenermi dalla lettura della stampa quotidiana, riducendo all’osso anche la visione e l’ascolto dei dibattiti a carattere politico: una benefica dieta per pensare e riflettere senza essere influenzato dai media. Ho tenuto solo un filo di collegamento tramite la rubrica “Stampa e regime”, l’ottima rassegna stampa di Radio Radicale e proprio in essa ho colto il cenno ad un corsivo di Andrea Marcenaro su “Il foglio” (“Andrea’s version” si intitola la caustica rubrichetta).

Lo riporto di seguito fedelmente: “Certo non sono pochi i motivi per cui lamentarsi, qui in Italia, ma pensate a Israele, dal momento che nel prossimo mese di maggio le Nazioni Unite si organizzeranno nel modo seguente: l’Arabia Saudita presiederà il Consiglio per i diritti umani; l’Iran presiederà la Commissione Onu per i diritti delle Donne; la Turchia supervisionerà le organizzazioni non governative per i diritti umani; Jean Ziegler, il fondatore del “Premio Gheddafi per i diritti dell’uomo”, presiederà il comitato consultivo per i diritti umani del Palazzo di vetro e la Siria presiederà la Commissione Onu per il disarmo, armi chimiche incluse. Sursum corda dunque, amati compatrioti, Di Maio ci farà una pippa”.