Il diluvio universale

In questi giorni in cui la politica italiana si stringe più che mai attorno alle beghe di casa nostra, quella internazionale si allarga alle beghe planetarie, lasciando emergere un quadro sconfortante, caratterizzato da alleanze sommerse e inquinate, da guerre di spie, da notizie comprate. Non sono un esperto di storia, ma in questa situazione inquietante non trovo alla fine nulla di veramente nuovo: stando alla politica internazionale dell’Italia, Camillo Benso conte di Cavour non inviò forse i bersaglieri italiani a morire in Crimea per ingraziarsi Napoleone III ed ottenerne i favori nelle guerre d’indipendenza? Non sfruttò la bellezza e l’ambizione della contessa di Castiglione per penetrare nell’intimità di Napoleone III? I fili degli equilibri a livello mondiale prescindono dalle categorie e dagli schemi ordinari per aggrovigliarsi intorno a interessi inconfessabili, cinici, mutevoli, schizofrenici e lontani mille miglia dai valori e dai bisogni delle genti. Il fine giustifica i mezzi? Ma fatemi il piacere!!!

Nicolas Sarkozy avrebbe avuto finanziamenti illeciti dal dittatore libico Gheddafi, salvo poi a distanza di tempo scatenargli contro una guerra culminata in una vera e propria caccia all’uomo: Sarkozy rideva di Berlusconi, ma non era certamente meglio di lui.  Berlusconi non può ritenersi ripagato dal mal comune mezzo gaudio: forse lui non aveva bisogno dei soldi di Gheddafi, ne aveva abbastanza dei suoi, accumulati con operazioni speculative, con storici appoggi politici e facendosi, con la discesa in politica, protettore di se stesso.

Trump avrebbe brigato con la Russia di Putin per andare al potere: non lo sapremo mai fino in fondo. Lui intanto si diverte a giocare alla playstation con il paffuto dittatore nordcoreano, a corteggiare i sottanoni arabi, a romper le palle all’Europa, a sparare cazzate a salve.  Ora sembra che esista un vero e proprio mercato clandestino di notizie, su cui costruire il consenso, che riguarderebbe tutti i Paesi: una sorta di “grande fratello planetario”, tramite il quale verrebbero direttamente o indirettamente truccate le elezioni.  Mal comune, mezzo gaudio per Trump? Mal comune, intero disastro per tutti!

Vladimir Putin, forse il più grande carnefice spionistico di tutti i tempi, continuerebbe a brigare in tal senso. La Gran Bretagna glielo sta rinfacciando e lui si avvale di questo scandaletto per ancor meglio assestarsi sul trono, istigando la reazione popolare perfettamente in linea con lo storico nazionalismo russo. Mal comune mezzo gaudio per Putin e per il governo inglese sputtanato dalla brexit? Direi piuttosto sputtanata comune, intera sconfitta per la democrazia!

Queste vicende procurano un senso di impotenza nell’uomo della strada e innescano una reazione a catena nel senso della irresponsabilità, della sfiducia e dell’egoismo. Se i governanti si comportano così, che senso ha votare, partecipare, pagare le tasse, combattere per la giustizia, manifestare per la pace?  Se bastano i pruriti di un capo di stato per scatenare guerre, vale la pena battersi per un diverso ordine mondiale? Se basta una fialetta fasulla sventolata al consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per dichiarare guerra all’Iraq, cosa valgono tutti i discorsi sull’antiterrorismo islamico? Non finiranno per essere la foglia di fico per coprire i terrorismi di stato? Il terrorismo islamico sta forse diventando il pretesto per scatenare un nuovo colonialismo riveduto e scorretto? Domande che, da uomo della strada, mi sto facendo. Il fatto più grave però consiste nella mancanza totale di leader con un minimo di credibilità e di valori di riferimento condivisi su cui puntare per ribellarsi allo status quo. Se la storia ci ha sempre consegnato equilibri bellicosi e ingiusti, gli ideali ci hanno indotto a combattere, pur tra mille errori, contro quello che può sembrare un destino inesorabile. Passiamo in silenziosa rassegna i personaggi sulla scena mondiale e ci accorgeremo del nulla piegato nella carta planetaria. L’unico appiglio per avere un filo di speranza mi sembra papa Francesco. E dopo di lui? Il diluvio!