26/02/2018

Letture bibliche nella liturgia del giorno

 

Daniele 9,4b-10; Salmo 78; Luca 6,36-38.

 

Riflessione personale

 

La storia del popolo Ebreo, quella della Chiesa, quella individuale del singolo cristiano sono un vergognoso susseguirsi di disubbidienze, trasgressioni, peccati, ribellioni, malvagità, empietà, misfatti. Ciononostante al Signore Dio non fa difetto la misericordia ed il perdono. La condizione essenziale per ottenere questo immeritato trattamento non è tanto una sofferta penitenza, ma riservare da parte nostra un uguale trattamento ai nostri fratelli: essere misericordiosi, non giudicare, non condannare, perdonare, dare. Otterremo da Dio nella misura in cui daremo ai fratelli.

Siamo portati a impostare il nostro rapporto con Dio come un regolamento di conti in base al raffronto tra la sua legge e il nostro comportamento: sarebbe un discorso meschinamente umano e disperatamente fallimentare. Dio scompiglia le carte, si pone e ci porta su ben altro livello: vuol vedere come concretamente ci poniamo di fronte ai fratelli. Lì si scoprono gli altarini. Non basta quindi percuotersi il petto, fare digiuni, pregare: tutti pre-requisiti. Occorre andare al sodo. Non ce la possiamo cavare con una leggera penitenza fatta di qualche orazione, nemmeno con un’elemosina una tantum, neppure con un’indulgenza plenaria secondo le leggi di Santa Romana Chiesa. Bisogna che concediamo agli altri quanto Dio concede a noi: i doni che ci elargisce abbondantemente non sono riservati, sono da condividere.

Non basta la giustizia come noi la intendiamo, non basta forse neanche la solidarietà, anche se è già un notevole passo avanti, non è sufficiente donare il superfluo secondo regole economicistiche, ci vuole la condivisione.  Vale a dire: quello che ritengo mio, non lo è, lo devo circuitare, lo devo mettere a disposizione. Non so se il comunismo fosse o sia un cristianesimo impazzito, se occorra essere dei comunisti di sagrestia; sono certo che, ideologie e politica a parte, sia assolutamente necessario essere veri cristiani, che ragionano ed operano come ha detto e fatto Gesù.