Il PD, tanto Gentiloni e tanto onesto pare

Francesco Cossiga con la sua linguaccia biforcuta, volendo parlar male di Francesco Rutelli, tesseva le lodi si sua moglie, la giornalista Barbara Palombelli. Gli autorevoli endorsement guadagnati da Paolo Gentiloni mi sembrano piuttosto pelosi e maliziosi: Romano Prodi e Giorgio Napolitano lo stanno elogiando sicuramente per concedergli i meriti peraltro conquistati sul campo, ma gatta ci cova, e molti pensano, magari senza ammetterlo apertamente che lo stiano facendo per ingombrare ulteriormente la strada a Matteo Renzi senza formalmente ed ufficialmente toccare il partito democratico.

“Paolo Gentiloni è divenuto punto essenziale di riferimento per il futuro prossimo, e non solo nel breve periodo, della governabilità e della stabilità politica dell’Italia”. Così ha affermato il presidente emerito della Repubblica in occasione della consegna a Gentiloni del premio Ispi in ricordo dell’ambasciatori Boris Biancheri, aggiungendo: «Un’attitudine all’ascolto e al dialogo e uno spirito di ricerca senza preclusioni sono doti decisive di Gentiloni da ministro degli Esteri e poi da presidente del Consiglio. Con lui più influenza dell’Italia in tutte le sedi internazionali in cui ha saputo conquistare fiducia». Di analogo significato il giudizio espresso da Romano Prodi, allorquando a dichiarato il suo appoggio al centro-sinistra seppure tramite una lista di contorno.

Ricordo le perplessità espresse da tanti nei confronti di Gentiloni allorché gli venne consegnato il testimone da Matteo Renzi: veniva considerato un assonnato e pigro ventriloquo del leader Pd caduto in disgrazia col referendum costituzionale. Un personaggio di transizione, messo lì per tenere caldo il posto a Renzi mentre si disintossicava per poi rilanciarsi nell’agone politico e governativo.  Adesso è diventato, anche in prospettiva, l’uomo giusto al posto giusto. Non mi sento di esprimere un giudizio compiuto su Paolo Gentiloni: mi sembra un politico equilibrato, serio e misurato, e Dio sa quanto ce ne sia bisogno. Da qui a farne un personaggio decisivo per il futuro dell’Italia ci passa parecchia strada.

Il partito democratico ha un suo leder votato e riconosciuto, non ha tuttavia ritenuto di esprimere una candidatura ufficiale, per motivi costituzionali (non si vota per il premier), per motivi elettorali (si vota per i deputati e i senatori), per motivi di opportunità (si vota in un contesto molto confuso), per non bruciare i propri possibili candidati nel tritacarne mediatico. Anche i battitori liberi, seppure autorevoli come appunto Prodi e Napolitano, dovrebbero capire e rispettare queste preoccupazioni e non lanciarsi in spericolate operazioni pre-elettorali, che rischiano soltanto di creare scompiglio nel centro-sinistra e nel PD. Tra l’altro anche Silvio Berlusconi non nasconde qualche simpatia per Gentiloni, seppure in vista di un’operazione di forzata intesa transitoria tra partiti avversari. C’è in atto una gara a parlare nella mano del Presidente della Repubblica, a suggerirgli nomi e combinazioni parlamentari, a prefigurargli scenari politici. Un ex-presidente e un presidente mancato giocano a fare i protagonisti, a fare i padri nobili del centro-sinistra, creando ulteriore confusione. Si parla a nuora-Gentiloni perché suocera-Renzi intenda. Non sono mai stato e non sono un tifoso renziano: di lui riconosco qualità e difetti, meriti ed errori. Ma indebolirlo con surrettizie manovre elettoralistiche mi sembra un altro suicidio, che si aggiunge a quello del dalemian-bersaniani.

Che Renzi sia un personaggio invadente e malato di protagonismo è fuori discussione, ma mi sembra che Napolitano, Prodi, Bersani, D’Alema e compagnia bella non siano da meno. Gentiloni non lo è e allora lasciamolo in pace e non tiriamolo in ballo solo per il gusto di insegnare a Renzi ad essere più equilibrato, moderato, possibilista e dialogante: Renzi è Renzi, Gentiloni è Gentiloni, il Pd è, fino a prova contraria, il partito di entrambi. Questa insopportabile politica è malata di dualismo: siccome a destra si scontrano Berlusconi e Salvini, dal momento che i grillini sono incasinati più che mai, proviamo a far litigare Renzi e Gentiloni… Se insistono ancora un po’, forse ci riescono.