Il grande fratello della campagna elettorale

Le scelte elettorali a livello mondiale di questi ultimi anni dimostrano come la gente sfoghi nelle urne le proprie crisi di nervi sull’onda delle quali vive, a volte in modo colpevolmente egoistico, a volte per oggettive e gravi difficoltà. Basti pensare all’insensatezza della brexit da parte di un popolo di storica, tradizionale e compassata razionalità politico-democratica e allo sciagurato imbroglio dell’elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti: due eventi che condizionano e condizioneranno brutalmente la nostra storia.

Ho imparato quindi a non stupirmi più di niente, né della superbia inglese, né della dabbenaggine americana, né della protervia di certi paesi europei. Facendo una spontanea proiezione sull’Italia non mi stupirei che gli elettori affidassero il Paese a Beppe Grillo, ai suoi nani ed alle sue ballerine. Tutto sommato ci può stare: se gli americani si sono buttati disperatamente nelle braccia di un riccone sciocco ed insensato, gli italiani si possono ben fidare dell’accozzaglia di politici capitati per puro caso in parlamento: la parola d’ordine che raccolgo in giro è “proviamoli, tanto peggio di così…”.

La gente ha perso completamente la tramontana politica, non vota o vota a casaccio. C’è l’attenuante di una politica corrotta, incoerente e confusionaria, ma c’è anche l’aggravante di una imperante mentalità egoistica, pressapochistica e menefreghistica. Con alcuni amici scambio impressioni e pareri e il dato emergente è lo stupore di fronte alla pochezza culturale in base alla quale gli elettori si stanno appressando alle urne. Intendiamoci bene, tutto contribuisce a portarli nel fosso: la rissa quotidiana tra i partiti e il grande fratello mediatico.

Ad un sacerdote chiesero di esprimere un giudizio su un libro riguardante la vita di Gesù: si lasciò andare al punto da confessare paradossalmente di non aver mai letto una vita così schifosa. L’equivoco contenuto nelle sue parole era evidente, ma rischiava l’analisi illogica di chi confonde il soggetto con l’oggetto. Per fare un parallelo potrei dire che non ricordo una politica così schifosa: in realtà dovrei dire che la politica è una cosa seria, mentre è schifoso inquinarla con una campagna elettorale inqualificabile e fuorviante.

“Proviamoli, tanto peggio di così…”: una doppia bestemmia lanciata in cattedrale. Le scelte politiche non si fanno al buio, non si può provare e vedere poi di nascosto l’effetto che fa, anche perché non si può tornare indietro. Al peggio poi, se proprio vogliamo, non c’è mai un limite, quindi stiamo ben attenti a non buttare il bambino, magari sporco, assieme all’acqua sporca.  Ho una residua speranza nel buon senso di tanta gente. Quando si arriva alle decisioni fondamentali generalmente prevalgono l’equilibrio e la razionalità, ma come scrivevo sopra, dopo brexit e Trump, tutto è grillinamente e berlusconicamente possibile.