I trump…oli della politica italiana

Dopo l’ennesima strage in una scuola statunitense, il presidente Trump ha ascoltato le proposte provenienti da giovani studenti e loro genitori, poi ha sparato la sua demenziale proposta: diamo le armi agli insegnanti. Al di là del gravissimo problema si impone una riflessione di fondo: se l’uomo più potente del mondo affronta le situazioni complesse e delicate con la sensibilità di un rinoceronte e il garbo di un elefante, cosa ci sarà da aspettarsi dai suoi emuli sparsi nel mondo? Il punto critico della questione non è Trump in sé e per sé: abbiamo capito che è un deficiente alla spasmodica ricerca di scoop che coprano la sua inettitudine. Il fatto inquietante è che abbiamo (?) riportato il mondo a “La fattoria degli animali” di orwelliana memoria, facendoci governare dal maiale Trump, capofila dei maiali emergenti nel globo terrestre.

Trump è l’interprete autentico della mentalità corrente e sta diventando il capo-scuola degli uomini di potere che si richiamano ad essa per istigarla e cavalcarla. La delinquenza si combatterebbe concedendo a tutti licenza di uccidere; l’immigrazione si arginerebbe erigendo muri; la pace si otterrebbe con le minacce e le rappresaglie; il benessere economico si raggiungerebbe con il protezionismo; l’equilibrio mondiale con il nazionalismo.

Mio padre in una sorta di ingenuo delirio giustizialista si illudeva di risolvere il problema dell’evasione carceraria apponendo un cartello “chi scappa sarà ucciso”, pur sapendo come gli ordini secchi e perentori, si pensi alle indicazioni del “divieto di sosta”, non abbiano un effetto diverso dal nulla. Ebbene Trump, colto da ben altro delirio, ritiene di arginare l’uso improprio delle armi allargando la dotazione delle stesse, volendo farci credere che il possesso delle armi sia indirettamente proporzionale al loro uso. Tutto cioè si risolverebbe con l’uso delle armi proprie ed improprie. Qui mio padre si riscattava alla grande: era estraneo alla mentalità militare, ne rifiutava la rigida disciplina, era allergico a tutte le divise, non sopportava le sfilate, le parate etc., era visceralmente contrario ai conflitti armati.  Quando capitava di ascoltare qualche notizia riguardante provocazioni fra nazioni, incidenti diplomatici, contrasti internazionali era solito commentare: “S’ag fis  Mussolini, al faris n’a guera subita. Al cominciaris subit a bombardar”.

 

La pantomima statunitense ci sta condizionando più di quanto si possa immaginare. I replicanti trumpiani di casa nostra mi spaventano: la copia spesso è peggio dell’originale. Temo assai più il deleterio effetto valanga della non politica trumpiana sulle prossime elezioni italiane che non la stizza mercatista all’instabilità governativa del nostro Paese, paventata dalle sconsiderate, improvvise ed improvvide uscite di Junker, presidente della Commissione Europea, in vena di penoso protagonismo.  Junker fa del mero e comico tatticismo politico, Trump interpreta una virale ed avvolgente tragicommedia. La combriccola dei ladri di Pisa si sta allargando: piacciono Trump e Putin e ad essi molti guardano con interesse. Propongo un’esercitazione politica in preparazione dell’esame elettorale. Facciamo una ricerca su internet delle dichiarazioni benevole rilasciate dai politici italiani sull’operato di questi loschi figuri. Ne scopriremo delle belle. Almeno non potremo dire che non sapevamo: avremo scelto, a ragion veduta, di farci masochisticamente del male. Elettore avvisato…

Chiudo con mio padre: si fidava del prossimo con una giusta punta di scetticismo; a chi gli forniva un “passaggio” in automobile era solito chiedere: “ Sit bon ad  guidar”. Naturalmente l’autista in questione rispondeva quasi risentito: “Mo scherzot?!”  E mio padre smorzava sul nascere l’ovvia rimostranza aggiungendo: “Al fag parchè se pò suceda quel, at pos dir dal bagolon”.