A 500 anni esatti dalla pubblicazione delle tesi di Wittenberg (31 ottobre 1517) ho fatto la mia personale celebrazione di questo evento e della riforma luterana in genere per quello che di essa sono riuscito a cogliere. Alla domanda se si debba considerare Martin Lutero come un eretico e un contestatore o un profeta vero e proprio capace di rinnovare la vita cristiana alla luce della Parola di Dio, non avrei dubbi a rispondere riconoscendo la portata profetica a questo personaggio, che mi scuote, mi mette in crisi, ma in fin dei conti mi consola.
Ho letto e ascoltato dotte dissertazioni, prevalentemente portate a rivalutare, anche dalle sponde cattoliche, la sua azione fortemente provocatoria, coraggiosa ed innovativa: sul carattere provocatorio, che spesso viene considerato un limite dagli uomini di Chiesa portati a smussare gli angoli, esprimo tutta la mia ammirazione in quanto sono fermamente convinto che Gesù Cristo sia stato il più grande provocatore di tutti i tempi e quindi…
Voglio però riportare semplici notazioni personali e parto dai limitati e superficiali studi storiografici della mia modesta carriera scolastica: i manuali di storia finivano col circoscrivere la riforma luterana alla sacrosanta reazione verso l’abuso delle indulgenze da parte del Vaticano. Pur capendo l’assurdità dell’affarismo legato ad un perdono somministrato tariffario alla mano, pur comprendendo la gravissima violazione religiosa contenuta in questa prassi simoniaca, non riuscivo a comprendere come, da entrambe le parti, su una simile questione si potesse arrivare ad uno scisma vero e proprio. C’era ben altro, prima e dopo, sopra e sotto le indulgenze. Si pensi allo Ior…
Passo ad una storia parentale: una cugina di mia madre, sostanzialmente ripudiata e rinnegata per essere andata sposa ad un protestante e quindi costretta ad abiurare per poter celebrare il suo matrimonio. Oggi questi matrimoni si celebrano in carrozza, senza alcun problema, sono addirittura la punta di diamante dell’incontro fra cattolici e protestanti.
Quando osservo l’inflazione di statue che adornano le chiese cattoliche e il devozionismo deviante ad esse collegato e sconfinante in un vero e proprio pietismo che fa rima con magismo, quando osservo certe ridondanti e debordanti liturgie, quando vedo i Santi e Maria Vergine messi in pol position davanti a Gesù Cristo, mi viene nostalgia dell’austero ed essenziale culto protestante. La centralità di Cristo, a livello teologico e liturgico, come punto cardine per la salvezza di ogni credente non è ormai patrimonio cristiano comune?
Ricordo quando venivano a bussare alla porta di casa mia i propagandisti protestanti che offrivano la Bibbia a noi recalcitranti cattolici, timorosi di leggere la Parola di Dio senza la mediazione clericale. Non siamo arrivati tutti a riconoscere il primato della Parola di Dio nella vita ordinaria dei credenti?
Quando prendo atto della flessibilità luterana in materia di morale sessuale, mi chiedo se i protestanti non abbiano fatto e continuino a fare da battistrada sulla via della deregulation per affermare che, ad esempio, nel matrimonio quello che conta è l’amore degli sposi e poi c’è la procreazione. Ricordo sempre un mio simpatico amico che mi confidò come andandosi a confessare si sentì chiedere quante volte avesse violato la regola ferrea dell’atto sessuale legato alla procreazione. Mi disse: «Se ha poco senso considerare peccato un atto d’amore a prescindere dalla procreazione, è decisamente demenziale contare il numero degli sgarri: infatti una coppia, se vuole evitare la sorpresa, deve adottare stabilmente certe precauzioni…».
La riforma conciliare, per certi versi ancora inattuata, non recuperava forse tante intuizioni luterane, considerate eretiche e causa di separazione tra le Chiese cristiane? Sul celibato sacerdotale e sulla posizione della donna nella Chiesa i protestanti non sono più avanti dei cattolici?
Per fortuna il dialogo ha fatto passi avanti, ma quante difficoltà, quante incertezze, quante paure! Non voglio dire che Martin Lutero avesse tutte le ragioni, ma ne aveva molte e su parecchie il tempo gli ha dato ragione. Mi consolo pensando alla mia vis trasgressiva, alla mia vocazione eretica, alla mia tendenza a far prevalere la coscienza rispetto alle fredde regole morali. Da cattolico forse a volte esagero, forse faccio scelte di comodo… Che Martin Lutero preghi per me!