Il cardinale Müller, scaduto dall’incarico di prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, un curiale vaticano d’altissimo bordo, c’è rimasto molto male: non è stato rinnovato, ma sostituito immediatamente senza troppi fronzoli ed ha protestato per questi modi ritenuti inaccettabili. Si è sentito maltrattato dal Papa ed ha lasciato intendere che Francesco stia sfoderando la mano dal velluto nei rapporti con la Curia vaticana, non escludendo una qualche resa dei conti con gli esponenti più critici nei suoi confronti.
Meno male, era ora! Questi illustri signori cardinali (così amava chiamarli papa Ratzinger) devono smetterla di sentirsi dei padreterni, devono imparare un po’ di ubbidienza (loro che ne hanno sempre pretesa tanta dai cattolici di fila), devono interrompere le loro trame di critiche verso l’impostazione teologica e pastorale di Bergoglio, devono capire che l’aria è cambiata e può comportare qualche inopinato raffreddore, devono mettersi in posizione di servizio con estrema umiltà senza nulla pretendere (hanno già avuto anche troppi onori e troppa considerazione).
Se papa Francesco ci va giù duro, a mio avviso fa benissimo, forse è un po’ tardi, ma non è mai troppo tardi. Io, al suo posto, sarei ancora più pesante: manderei questi signori a svernare in mezzo ai poveri, nelle periferie delle città, laddove mancano i preti e dove la vita è dura anche per i preti. Il cardinale Müller dice che non si trattano le persone così: la mentalità del privilegio e del “non sa chi sono io”. Un mio amico, dei preti in genere e dei curiali in particolare, dice: «Grazie, grazie e non pagano mai…».
Il cardinale Müller ha vissuto la sua religiosità nelle ovattate stanze del Sant’Uffizio, adesso provi ad esprimerla facendosi prossimo a quanti ha in precedenza bacchettato con dogmi, principi, regole, fardelli vari. Provi ad andarsi a sedere in mezzo alla gente, si adegui al nuovo corso bergogliano. È venuto il suo turno e non ne faccia un dramma. Si ritiri in buon ordine. Lasci in pace il Papa. Provi a pensare se il papa fosse suscettibile quanto lui: cosa avrebbe dovuto fare nei suoi confronti quando in interviste criticava il magistero bergogliano o quando era tra i firmatari di una lettera contraria alle procedure sinodali in merito alla famiglia e alla relativa difficile problematica?
Penso debba essere solo l’inizio di una profonda riforma a livello curiale: di cardinali e monsignori incazzati ne vedremo forse parecchi. Dopo il lungo pontificato di Giovanni Paolo II che ha lasciato fare, dopo Benedetto XVI che non ha avuto la forza di toccare certe situazioni, è arrivato papa Francesco: per la Curia vaticana è finito il tempo delle vacche grasse.
Quando sei invitato ad un banchetto, dice il Vangelo, vatti a sedere agli ultimi posti e non ai primi: meglio che il padrone di casa ti inviti a progredire piuttosto che a retrocedere. Questi signori cardinali si sono seduti da tempo ai primi posti e, adesso che il padrone di casa li invita a farsi da parte, pisciano per aria…Se ne faranno una ragione!